Partenze manuali e gomme più larghe: lo Strategy Group disegna la F1 del futuro
Più controllo ai piloti, più spettacolo. È in queste direzioni che si muovono le principali proposte dello Strategy Group per il futuro, a breve e medio periodo, della Formula 1. Nella riunione di Biggin Hill, per esempio, si è deciso di cambiare il sistema delle partenze già a partire da Spa.
Partenze – “Ha ricevuto supporto unanime la proposta di aumentare le restrizioni sugli aiuti ai piloti” si legge nel comunicato dello Strategy Group. Per questo “saranno implementate da subito, a partire dal prossimo Gran Premio del Belgio, con particolare enfasi sulle partenze”. La partenza, dunque, tornerà a essere manuale, senza nessun aiuto elettronico da parte del software. È una proposta che punta a riportare il pilota al centro, a restituirgli il controllo in una delle fasi più spettacolari della corsa: saranno di nuovo l’abilità e la capacità di reazione del pilota a fare la differenza al via.
Penalità – Era piuttosto prevedibile che, dopo un GP d’Austria dalle penalizzazioni irrealistiche e con una griglia di partenza stravolta rispetto alle qualifiche, si tornasse a parlare delle penalità legate all’uso delle power unit. “E’ stato raggiunto un accordo unanime” si legge, “per sottoporre la modifica delle penalizzazione alla F1 Commissione perché voti la proposta via fax nella riunione di Città del Messico della prossima settimana”. Lo Strategy Group ha stabilito anche che i costruttori al primo anno in Formula 1 avranno a disposizione una power unit in più (dunque cinque e non quattro), e la norma sarà retroattiva, e applicata già da quest’anno per la McLaren-Honda. Di conseguenza, Alonso e Button, penalizzati di 50 posizioni complessive in Austria, potranno usare un altro motore nuovo senza incorrere in ulteriori penalità. Alla F1 Commission sarà presentata anche una proposta un po’ populista per aumentare il rumore dei motori: possibile un raddoppio degli scarichi, uno per il 6 cilindri turbo e il secondo per la componente elettrica.
Contenimento costi – La FIA e la FOM, prosegue il comunicato, hanno ricevuto un esplicito mandato per “proporre un esauriente elenco di misure per lo sviluppo della power unit e i costi della fornitura, compreso una completa review del sistema dei gettoni, l’aumento del carburante per la gara, limiti all’uso dei dinamometri e così via”. Sembra una proposta banale, ma potrebbe diventare una delle principali raccomandazioni dello Strategy Group se l’analisi dovesse portare a un abbassamento dei costi per la fornitura di un motore, che ora si aggira attualmente tra i 14 e i 17 milioni di sterline: abbassando questo costo, che rappresenta quasi il 25% di una squadra medio-piccola, le scuderie che popolano le ultime file della griglia non potrebbero che trarne benefici. Il ripensamento del meccanismo dei gettoni e dei dinamometri potrebbe costituire la chiave per evitare l’abbandono della Renault, che si era detta pronta a lasciare la Formula 1 senza un allentamento delle restrizioni allo sviluppo del motore nel corso della stagione. E con la Renault ormai vicinissima a rilevare la maggioranza della Lotus (ma il 49% resterebbe in mano a Gerard Lopez) e tornare come costruttore completo, quasi certamente pagando una penale per la rottura del contratto biennale con la Mercedes, la Formula 1 ha scelto una strada più prudente per evitare l’addio di un altro pezzo di storia del circus.
Libertà di scelta delle gomme – Approvata anche l’idea lanciata dalla Force India per la scelta delle gomme. “E’ stata confermata una maggiore libertà di scelta delle mescole” si legge. “Si stanno definendo con la Pirelli le modalità per la stagione 2016”. Le squadre, dunque, potranno scegliere gara per gara quale tipo di gomme utilizzare. Certo, ci sarà un incremento dei costi, ma se la decisione dovrà essere annunciata con largo anticipo rispetto al weekend del gran premio l’impatto potrà essere ridotto.
Monoposto più veloci – Per il 2017 si sta pensando di aumentare la downforce, con monoposto più grandi e gomme più larghe. Difficile che si arrivi agli pneumatici da 18”, come il direttore tecnico di Pirelli, Paul Hembery, spiegava già a giugno, quando si cominciava a discutere di questa possibilità. “Ci sono due scuole di pensiero: secondo una bisogna andare verso gomme da 18” perché più vicine alle macchine stradali, secondo l’altra è meglio tenere le 13” perché questo differenzia la Formula 1 da tutte le altre corse”. Si potrebbe arrivare, a parità di diametro, a gomme più larghe, soprattutto al posteriore, passando dagli attuali 325 mm a 400-420 mm. Un passaggio simile, ovviamente, comporterebbe un ripensamento generale della monoposto. Perché gli pneumatici peserebbero di più ma avrebbero meno grip e servirebbe di sicuro allargare anche le prese dei freni. “Prima si decide meglio è” commentava qualche tempo fa James Allison. “Le gomme sono forse la parte più complessa della macchina e quella su cui abbiamo meno dati perché per regolamento non possiamo provarle, in pista o fuori dalla pista, quindi abbiamo solo i dati raccolti dal fornitore. E quando progetti una macchina vorresti che siano giusti e averli il prima possibile”. Questo nuovo set di regole, si legge nel testo dello Strategy Group, “che mira ad avere in pista vetture più veloci e più aggressive per il 2017, che comprende anche nuove ali e un ripensamento della forma del fondo delle monoposto, è stato delineato ed è ora al vaglio delle squadre”. Come dire, ancora non c’è accordo unanime su come trasformare un principio, un’idea condivisa, la ricerca della velocità e dello spettacolo, in una proposta concreta che aumenti il carico aerodinamico e non sacrifichi i sorpassi.
Nuovo format? – Sembra invece destinato a restare solo una boutade la proposta di passare a un format del weekend di gare più simile alla GP2, con la terza sessione di prove libere del sabato mattina trasformata in una gara-sprint. Il gran premio di domenica non si tocca.