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Perché la F1 perde ascolti in tv?

In Italia, il Gp del Canada 2014 ha raccolto 3,5 milioni di spettatori in meno del 2013. L’anno scorso la F1 ha perso 50 milioni di appassionati tv rispetto al 2012. Pesa il dominio di Vettel, che ha reso le ultime gare ininfluenti. Ma c’è di più…
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La Formula 1 continua a perdere spettatori. Il calo degli ascolti tv è una costante ormai da qualche anno, in Italia e in Europa. Nonostante la diretta su Sky e su Rai1 e una corsa incerta e appassionante, con la prima vittoria in carriera di Ricciardo, il primo successo nel Mondiale di un pilota non Mercedes, in Italia il GP del Canada ha perso 3,5 milioni di spettatori rispetto al 2013. Se in Italia, popolo di ferraristi, il calo degli ultimi anni si può spiegare con le mediocri prestazioni delle Rosse, il fenomeno non si può ridurre alle fisiologiche fluttuazioni legate al tifo e all'appartenenza. Magari queste considerazioni possono spiegare il -15% nel numero dei telespettatori in Spagna dall'inizio della stagione (anche se Antena 3 mantiene comunque 4 milioni di spettatori di media a gara), certo poco entusiasti nel vedere Alonso correre nella pancia del gruppo. Ma non spiegano affatto la riduzione del 3% in Germania rispetto ai primi sei mesi del 2013, considerato il dominio della Mercedes e le chance di titolo di Rosberg. Inoltre, in Germania il dominio di Vettel dell'anno scorso non aveva impedito che i dati registrassero una diminuzione degli spettatori in tv del Mondiale di F1 del 10% rispetto al 2012.

Il trend – Due anni fa, gli spettatori globali erano scesi da 515 a 500 milioni, che in 185 Paesi hanno guardato almeno 15′ del Mondiale, anche per la fine del contratto con CCTV, l'emittente di Stato cinese, e il passaggio dai canali in chiaro alla pay-tv in Francia. Nel 2013, secondo i dati del Global Media Report, la F1 ha perso altri 50 milioni di telespettatori. “Non è un calo inaspettato” scrive nell'introduzione Bernie Ecclestone, “considerato che il titolo è stato assegnato con diverse gare di anticipo e che si è corso un gran premio in meno dell'anno scorso”. Il calo si è sentito particolarmente in Cina, da 30 a 19 milioni con il passaggio dalla tv di Stato alle emittenti regionali, e in Francia, da 27 a 10 milioni. Il Brasile rimane la nazione con il maggior numero di appassionati, 77 milioni, nonostante una riduzione della platea televisiva del 5% rispetto al 2012. Il maggior incremento si registra negli Stati Uniti: +18% grazie al passaggio a NBC e NBC Sport. I dati dimostrano anche come la compresenza su due piattaforme possa aiutare. Nel 2013, infatti, in Inghilterra e in Italia gli spettatori sono leggermente aumentati (+3,3% e +2,9% rispettivamente), anche se non è chiaro come gli aumenti siano distribuiti sui due canali, Sky che trasmette in diretta tutte le gare a pagamento sul satellite e la tv di Stato che garantisce la diretta solo di metà dei GP e offre gli altri in differita.

Cosa insegnano Italia e Gb – In Gran Bretagna, nel 2013 4,11 milioni di spettatori hanno assistito in media ai GP di Formula 1 su Sky e sulla BBC, 130 mila in più del 2012. Ma a guardar bene, il totale è inferiore rispetto a quello del periodo 2009-2011, quando la F1 veniva trasmessa solo sulla tv di stato. In più, la media degli spettatori cala del 27% tra la prima e la seconda metà della stagione. Spiccano, infine, i 5,15 milioni di spettatori che hanno assistito alla sintesi del GP di Germania sulla BBC dopo la diretta della finale di Wimbledon. In Italia, Sky ha mantenuto una media di 1-1,5 milioni di spettatori, ma ha avuto dalla Formula 1 un traino inferiore alle attese: nel secondo trimestre del 2013, periodo rilevante visto che il mondiale inizia a marzo, gli abbonati sono diminuiti di 27 mila unità. Evidentemente, dunque, la Formula 1 ha un pubblico disposto anche alla differita, quasi inconcepibile invece per gli appassionati di calcio Certo, non è la stessa cosa e ormai è impossibile non venire a sapere, attraversi internet e i social network, come sia finita la gara, eppure la Rai continua a mantenere ascolti solidi anche nelle differite. Non è inessenziale, comunque, che diverse esclusive Sky riguardino GP ad orari scomodi per il pubblico italiano (come in Australia), più disposto ad aspettare la differita nel canonico orario post-prandiale.

Equilibrio competitivo – Ma cosa cerca lo spettatore da un GP? È interessante l'analisi di Thomas Krauskopf, Martin Langen e Björn Bünger del Centro di Ricerca Economica Applicata dell'Università di Munster. Lavorando sui dati dell'audience tv in Germania dal 1992 al 2010, i ricercatori hanno concluso che l'equilibrio competitivo è sì un valore per lo spettatore, come ha sottolineato Ecclestone, ma non un valore assoluto. Avvicinarsi troppo all'ideale di una competizione perfetta, in cui ogni corridore avesse le stesse possibilità di vincere, sarebbe controproducente, perché ne risulterebbe un Mondiale di fatto senza superstar e senza sorprese, due aspetti che generano fidelizzazione, che creano appeal. Però anche un Mondiale come quello dell'anno scorso è controproducente. Perché i tifosi, concludono i ricercatori, vogliono vedere il duello al vertice. I tifosi, e non solo quelli tedeschi oggetto dello studio e abituati ai trionfi di Michael Schumacher prima e di Vettel poi, sono più attratti dalle corse, e dunque dai Mondiali, in cui non c'è un uomo solo al comando. L'incertezza dei duelli al vertice sembra ancor più rilevante dell'equilibrio competitivo complessivo. Per cui, stando a queste conclusioni, la concorrenza interna in casa Mercedes tra Hamilton e Rosberg, con Ricciardo e Vettel outsider di lusso, e l'ultima gara con i punti doppi, potrebbero anche consentire un'inversione di tendenza nella seconda parte di stagione.

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