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Red Bull, in arrivo la penalità per Vettel

Il motore rotto nella prima sessione di prove a Singapore dal quattro volte campione del mondo lo ha portato nel vortice della penalizzazione.
A cura di Vito Lamorte
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Che non fosse l'anno di Sebastian Vettel lo si era capito da un po'. Il quattro volte campione del mondo non è riuscito a ripetere le sue grandi prestazioni e, in alcuni casi, è stato sopraffatto dal suo compagno di scuderia, Daniel Ricciardo. Al termine delle prove libere di ieri mattina lo abbiamo visto spingere la vettura assieme con i commissari e i meccanici e le notizie per il tedesco non sono affatto positive: il motore rotto a Singapore significa che per lui la penalità di 10 posizioni in griglia, da qui alla fine dell'anno, è inevitabile. Non si tratta di un problema alla power unit nel complesso ma al V6 termico dove è stato rilevato un allarme nella pressione dell’olio. Durante il Gran Premio d'Italia, Vettel aveva montato la quinta unità recuperata da Spa dopo essere stata smontata per precauzione nelle prove del Gran Premio del Belgio e qui riutilizzata. Il regolamento attuale prevede cinque power unit complete nel corso della stagione, ciascuna composta da sei elementi (V6, turbo, due motori elettrici, batteria e centraline), ma non fissa limiti al riciclaggio delle componenti. Il motore che si è rotto in prova, però, non era al limite del chilometraggio come ha affermato Remi Taffin della Renault e questo significa che non ci sono altre unità per coprire la normale percorrenza necessaria a prove e gara.

Da ora in poi la Red Bull dovrà cercare di limitare i danni: per il montaggio della sesta unità dovrà scegliere una pista che consenta i sorpassi e, difatti, molti hanno pensato a Sochi o Austin, per il Gran Premio degli Stati Uniti.

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