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Wec, niente vittoria alla 6 Ore di Silverstone: squalifica per Alonso e la Toyota

In seguito alle verifiche tecniche post-gara le due TS050 sono risultate non conformi al regolamento tecnico.
A cura di Valeria Aiello
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Brutta tegola per Fernando Alonso e la Toyota: le due TS050 Hybrid che hanno centrato la doppietta nella 6 Ore di Silverstone sono state entrambe squalificate. Sia la vettura n.8 di Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima che la n.7 di Mike Conway, Jose Maria Lopez e Kamui Kobayashi sono risultate non conformi al regolamento tecnico del campionato del mondo endurance (Wec) 2018-19. Sotto la lente dei commissari, il fondo delle vetture che, da regolamento, deve essere rigido ma che, nel caso delle due LMP1 del team Gazoo Racing, durante le verifiche tecniche post-gara, fletteva nella parte anteriore in risposta al peso applicato dai commissari.

Squalifica per Alonso e la Toyota

La Toyota intende presentare ricorso alla decisione per cui, al momento, i risultati della 6 Ore di Silverstone restano provvisori. “Entrambe le vetture – si legge nel comunicato ufficiale diffuso dalla Toyota – hanno riportato danni al fondo anteriore durante la gara a causa dell’impatto contro i nuovi cordoli del circuito di Silverstone. Purtroppo questi danni hanno anche causato il mancato rispetto dei requisiti durante le verifiche tecniche post gara. Dalla sua introduzione,  all’inizio della stagione 2017 – prosegue la nota – la progettazione e la costruzione della parte interessata non sono cambiate. Da allora il fondo ha sempre superato con successo verifiche analoghe, arrivate anche in occasione della vittoria alla 6 Ore di Spa in questa stagione. Ad ogni modo, i commissari tecnici del mondiale hanno assegnato il successo alla Rebellion n. 3 di Gustavo Menezes, Thomas Laurent e Mathias Beche, prima vettura non ibrida arrivata a 4 giri dalle Toyota, seguita dalla vettura gemella guidata da Neel Jani e André Lotterer che rivendicano la seconda posizione. Terzo posto per la vettura N.17 del team SMP Racing BR Engineering BR1-AER di Stéphane Sarrazin e Egor Orudzhev.

Agenda fitta di impegni

Amaro epilogo per il round inglese del campionato il cui risultato era scontato e prevedibile come, del resto, accaduto anche alla 6 Ore di Spa e alla 24 Ore di Le Mans, entrambe vinte dalla Toyota n.8 di Alonso e compagni.  A Silverstone non erano mancati i colpi di scena, con Alonso subito al comando della gara davanti alla TS050 n.7 di Conway che era partita dalla pole. La vettura gemella era poi tornata al comando a un’ora dalla bandiera a scacchi ma un’escursione nell’erba aveva favorito il sorpasso decisivo di Buemi. In ogni caso, in attesa di capire se il ricorso della Toyota verrà o meno accolto, la grinta messa in pista da Alonso nel corso weekend, il primo fine settimana dopo l’annuncio del suo ritiro dalla Formula 1, conferma la necessità del pilota asturiano di evadere dal Circus e cercare nuove motivazioni in altri campionati. Riguardo al mondiale endurance, all’appello della superseason mancano ancora cinque round: il prossimo sarà la 6 Ore del Fuji, in programma il prossimo 14 ottobre, seguito da quelli di Shanghai, Sebring e, infine, nel 2019, ancora dalla 6 Ore di Spa e la 24 Ore Le Mans. Un calendario fitto di impegni per il due volte iridato e pilota della McLaren che, dopo il GP di Russia di F1 previsto per fine settembre, si ritroverà a correre per cinque domeniche di fila. Inoltre, subito dopo il Gp d’Italia a Monza, Alonso dovrebbe volare in Alabama, negli Usa, per un test con una vettura di IndyCar con l’obiettivo di verificare la sua partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis il cui successo gli assicurerebbe la Tripla Corona.

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