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Montezemolo: “Cambiamo la F1, i piloti sono diventati tassisti”

“I piloti sono diventati dei tassisti” ha detto il presidente della Ferrari Montezemolo al magazine tedesco Focus. “Dobbiamo recuperare il fascino della F1. Prima vinceva il pilota che andava più forte sulla macchina migliore. Ora devono pensare a risparmiare gomme e benzina e la gente non capisce”.
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Luca di Montezemolo è tornato a lamentarsi dell'attuale Formula 1. "Le regole sono troppo complicate, i piloti sono diventati dei tassisti" ha detto in un'intervista al magazine tedesco Focus. "E' necessario recuperare il fascino che la F1 ha perso. Ora i piloti invece che ad andare veloce devono pensare a risparmiare le gomme e la benzina. Prima vinceva semplicemente il pilota migliore sulla macchina migliore. Adesso il pubblico sugli spalti e i telespettatori non capiscono più quello che succede in pista"

Malcontento antico – Non è certo la prima volta che il presidente della Ferrari ha invocato un ritorno all'antico per uno sport reso cervellotico da una serie di sovrastrutture e di regolamenti sempre più complessi da comprendere anche per i tifosi, che si stanno disamorando della F1, anche davanti alla tv. Già prima del GP del Bahrain, quest'anno, ha incontrato Jean Todt, affermando di voler "aumentare il valore, la passione e il successo della Formula 1. Ci sono tre problemi nella Formula 1 di oggi" ha sostenuto allora. "Non possiamo avere una formula-risparmio, i piloti devono spingere dal primo all’ultimo giro. Il secondo punto è la musica del motore. Il terzo sono le regole troppo complicate, soprattutto per la gente che segue la gara dal vivo”. Ma la proposta di intervenire a stagione in corso sui regolamenti ha trovato l'opposizione, prevedibile, degli altri club, Mercedes in testa. La F1 2.0, comunque, piace poco anche a Adrian Newey, che non ha lesinato critiche ai motori ibridi, allo stesso Bernie Ecclestone, e a Vettel. Si spiegano così i fallimenti delle trombette applicate agli scarichi o il tentativo di aggiungere una lamina sul fondo delle monoposto una patina con l'unico scopo di produrre artificialmente scintille per aumentare pretestuosamente la percezione di velocità e spettacolarità. In più, la sostanziale impossibilità di sviluppare la macchina nel corso della stagione, non potendo quasi più effettuare i test, rende il Mondiale ancora più scontato perché di fatto cristallizza le posizioni e i divari tra le squadre. 

La proposta – Montezemolo ha anche invitato tutti i soggetti coinvolti un tavolo per provare a disegnare la nuova Formula 1 in occasione del prossimo GP d'Italia. Il peso politico-economico della Ferrari nel circus è tale che l’invito difficilmente potrà essere ignorato. Perché è vero che la Ferrari ha bisogno della Formula 1, è il team che guadagna più di tutti grazie al bonus riconosciuto in quanto unica scuderia presente a tutte le edizioni del Mondiale. Ma è altrettanto vero che, per il suo appeal globale, anche la Formula 1 ha bisogno della Ferrari. Montezemolo ha inviato una mail a Bernie Ecclestone e Donald McKenzie, presidente della Cvc, il fondo che detiene la maggioranza della Delta Topco, la società che di fatto controlla la Formula 1. Un fondo cui, come rivelato da Forbes, arriva solo l’8,4% dei ricavi annuali della F1, mentre il 63% viene destinato alle squadre, con una distribuzione che premia le big, inserite nello Strategy Group, e ha scatenato le lamentele delle piccole, Force India su tutte, che si considerano ingiustamente penalizzate. Nel suo progetto, il tavolo dovrebbe coinvolgere non solo i soggetti interni al circus (Federazione, Fom, squadre, sponsor), ma anche i media, le tv, e i principali stakeholder della rete come Google, Apple, Facebook e Twitter. "Cambiare la F! è urgente" ha concluso Montezemolo nell'intervista su Focus, "altrimenti la F1 non ha chance".

I problemi della Ferrari – C'è chi pensa, però, che in questo momento Montezemolo farebbe meglio a concentrarsi sulle difficoltà della Ferrari, sempre meno competitiva. Dopo l'addio di Stefano Domenicali, ha lasciato anche Luca Marmorini, l'ingegnere toscano entrato in Ferrari nel 1990 e rientrato, dopo un’esperienza lunga dieci anni in Toyota, per sostituire Gilles Simon al vertice del reparto Motori nel 2009. E dopo Marmorini potrebbe toccare ai progettisti Tombazis e Pat Fry, artefici di scelte poco felici, come il telaio della F14T che, con la configurazione molto chiusa del cofano motore, penalizza le prestazioni della power unit, già inferiore in termini di potenza rispetto ai propulsori Mercedes.

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