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Montezemolo e Newey contro la nuova F1

Ferrari e Red Bull contro i motori ibridi e le nuove regole, con troppi limiti. La scuderia di Maranello smentisce l’addio alla F1: è una forzatura del Wall Street Journal. Ma l’impossibilità di sviluppare i propulsori e l’eccessiva attenzione al risparmio non piacciono proprio a nessuno.
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“La Formula 1 non sta funzionando. È in declino perché hanno dimenticato che la gente guarda le gare per divertimento. Nessuno le guarda per l’efficienza”. Il malcontento espresso dal presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo al Wall Street Journal non è esattamente una novità. Già in Bahrain aveva tentato di forzare un cambio in corsa delle regole nell'improvvisato summit con Jean Todt e Bernie Ecclestone, senza però ottenere risultati.

Ferrari mediocre – Nell'insoddisfazione di Montezemolo non c'è solo l'evidente delusione per le mediocri prestazioni delle Rosse, pure in una stagione in cui la Formula 1, come invocato spesso da Maranello, è tornata a dare centralità al motore rispetto all'elettronica e all'aerodinamica. Ma la Ferrari è riuscita a salvare, per ora, il terzo posto nel Mondiale costruttori solo grazie allo schianto di Perez, su una Force India che in una stagione spende due volte e mezzo meno della Rossa, che nonostante le migliorie promesse ha ancora una power unit che di fatto con funziona. "Le modifiche apportate erano soprattutto aerodinamiche” ha dichiarato tristemente Alonso. "I dati mostrano che funzionano, ma anche gli altri hanno fatto progressi. Passare Hulkenberg era impossibile: una volta, fino all’anno scorso, per un sorpasso si poteva risparmiare un po’ di Kers per un punto diverso del circuito, adesso è quasi sempre in funzione. Stessa cosa per il Drs: quando hai tante vetture staccate di poco l’una dall’altra, l’unico a pagare pegno è quello che ta davanti, il resto non serve a niente. Ci mancava la velocità". Non c’è molto da aggiungere: la F14T ha problemi ovunque, su power unit, aerodinamica e sviluppo.

Via dalla F1? Una forzatura – Proprio su quest'ultimo aspetto si concentrano le critiche di Montezemolo. “Perché non possiamo toccare il motore?” ha infatti dichiarato “visibilmente frustrato”, come riporta il Wall Street Journal. “La gente guarda le corse per divertirsi. nessuno vuole guardare un pilota che risparmia benzina o gomme”, ha aggiunto Montezemolo. “Vogliono vedere i piloti spingere dall’inizio alla fine. È uno sport, ma è anche uno show”. Dichiarazioni che hanno spinto il quotidiano a ipotizzare che la Ferrari possa lasciare, in un futuro non troppo lontano, la F1 per le corse Endurance. Ma la scuderia ha smentito con un comunicato sul suo sito ufficiale. “Che la Ferrari lasci la Formula 1 per concentrarsi sulla 24 Ore di Le Mans e le competizioni Endurance è una forzatura operata da alcuni organi di stampa del pensiero del Presidente Luca di Montezemolo il quale ha semplicemente ribadito la necessità di un’evoluzione e di un rinnovamento della Formula 1, ammettendo allo stesso tempo di subire il fascino che solo la 24 Ore sa esercitare. Dire che dopo il 2020 la Ferrari potrebbe lasciare la Formula 1 per concentrarsi su Le Mans e le competizioni Endurance significa voler portare all’estremo questi concetti. Anche perché niente eviterebbe, con uno sforzo notevole, di competere in entrambe le discipline. Quindi a oggi si tratta di pure speculazioni”. Anche se quell'espressione “a oggi” potrebbe non lasciare del tutto tranquilli in vista del domani e del dopodomani.

Non solo Montezemolo – Le lamentele sulle nuove regole, su questa nuova F1 non arrivano solo dalla deludente Ferrari. Anche Adrian Newey, l'artefice della Red Bull quattro volte campione del mondo, che ha conquistato la prima vittoria stagionale per una monoposto diversa dalle Mercedes , ha detto chiaramente: se le regole non cambiano, non resta che andarsene. Secondo il dirigente britannico “l’attuale regolamento è tutto orientato sul motore. A un certo punto nei prossimi mesi le prestazioni dei motori si. stabilizzeranno. C’è un grave pericolo con il congelamento che avverrà nei prossimi 18 mesi, e cioè che se un costruttore maturerà un vantaggio, questo resterà immutato per le stagioni a venire”. Newey continua affermando: “Se tutto restasse così, cosa dovrebbero fare i team con un motore inferiore se non rinunciare? Non mi sembra una buona soluzione quella attuale, credo che i regolamenti abbiano bisogno di essere ripensati“. Già ad aprile, Newey contestava l'intero impianto regolamentare introdotto quest'anno. "La relazione tra costi, peso, aerodinamica conta se parliamo di auto da strada, ma è difficile trovare la proporzione esatta per le monoposto a ruote scoperte. Le nuove power unit costano tantissimo, più del doppio dei motori dell'anno scorso, e questo ha messo in difficoltà i piccoli team”. Quei piccoli team che si sono lamentate dell'organizzazione della FIA, dello Strategy Group che di fatto li ha esclusi dal processo decisionale e ha imposto una evidente sperequazione nella distribuzione dei proventi che porta i soldi dove i soldi ci son già. Newey ha contestato tutti i presupposti dell'introduzione delle power unit ibride. “Una macchina elettrica è ‘verde' solo se deriva potenza da una fonte ‘verde', se invece trae energia da un motore alimentato a benzina non è affatto verde. Per effetto delle power unit, poi, le macchine pesano il 10% più dell'anno scorso e questo, onestamente, mi rende un po' perplesso”. La Formula 1, concludeva Newey, “dovrebbe essere una competizione di macchine e uomini che vanno al massimo a ogni singolo giro”.

Ecclestone – Bernie Ecclestone ha, in un certo senso, accusato le scuderie di essere le principali artefici dell'aumento dei costi. Secondo l'83enne capo della F1, che avrebbe voluto mantenere i vecchi motori V8, “i team hanno fatto pressione per questi V6 che costano quattro volte più dell'anno scorso. E poi vengono a parlare di tetto ai costi?”. Come sempre capita quando si introducono massicci cambiamenti, le novità portano grandi lamentele. I costi sono alti, i motori non vanno bene e sono anche troppo silenziosi, per cui si sono sperimentate, con un sesquipedale fallimento, le “vuvuzelas”, le trombette applicate agli scarichi, non vanno bene le gomme, secondo molti troppo conservative e con poco grip. Alla fine, l'ultima parola l'ha data Toto Wolff, team principal delle Frecce d'Argento che stanno dominando la stagione. “In F1 servono regole chiare, stabili e trasparenti. Tutti parlano dei costi, che sono aumentati soprattutto a causa delle regole che cambiano ogni anno”.

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