Buon compleanno a Valentino Rossi che compie 40 anni, cifra tonda per il campionissimo e icona del motociclismo che si prepara a correre la sua 24esima stagione iridata. Un traguardo sempre carico di bilanci nella vita di un uomo e, in particolare, di un pilota che a un’età in cui molti dei suoi colleghi da tempo guardano le gare in tv non ha ancora deciso la data di scadenza della carriera più lunga e vincente della storia del Motomondiale. Dal suo debutto in 125, nel 1996, sul circuito di Shah Alam, in Malesia, Rossi ha disputato 383 GP che gli sono fruttati nove titoli di campione del mondo – nel 1997 in 125, nel 1999 in 250, nel 2001 in 500 e nel 2002, 2003, 2004, 2005, 2008 e 2009 in MotoGP – 115 vittorie, 232 podi, 65 pole e oltre 6.000 punti iridati.
Numeri da highlander delle due ruote che esprimono l’inequivocabile valore del ‘fenomeno’ Rossi nonostante un’ultima stagione magra di risultati, un’annata che, evidentemente, non ha però stravolto la sua voglia di correre e lottare. “Continuo perché mi diverto ancora – ha detto Valentino che con la Yamaha continuerà a dare gas fino al 2020 compreso – . Lavorare duro e battere gli altri mi dà gusto e motivazione, sicuramente sarà una bella sfida”. Sensazioni che, del resto, sono quelle di sempre. “Valentino è ancora come 10 anni fa, cioè quando era al meglio – assicura papà Graziano, secondo cui il Dottore – ha tutte le carte in regola per vincere ancora”.
Duelli e vittorie senza perdere il gusto di divertirsi
Allora auguri al Dottore che, nel piacere di fare ciò che fa, trova la forza di lottare contro il tempo, ma soprattutto contro rivali che, quando lui iniziava nel Mondiale, erano poco più che bambini. Difficile batterli, o magari impossibile, come nel caso di Marc Marquez, nemico capace di imprese al limite della fisica e, ad oggi, forse il solo potenzialmente in grado di spazzare via i suoi record. Piuttosto che Jorge Lorenzo, l’ex compagno di squadra separato da un muro al box che, come Rossi, avrebbe deciso di affrontare nuove avventure, passando dalla Yamaha alla Ducati e da quest’anno alla Honda dove farà coppia proprio con Marquez. A finire stritolati nella morsa del pesarese in tanti, a partire da Max Biaggi, il primo vero rivale in quel mondo di cui oggi Valentino è patrimonio indiscusso del motociclismo. “Proprio l’altro giorno ho provato a contarli e sono venuti fuori sei avversari top – Biaggi, Gibernau, Stoner, Lorenzo e Marquez – ma se immaginiamo la rivalità tra Lauda e Hunt, diventati miti della Formula 1 con un solo rivale, per me che ne ho avuti sei, è stata una bella bega”.
Ma se lo spirito è quello di un tempo, non si può certo nascondere che il quarantenne Valentino sia un Rossi maturo e maturato da vicende che, per quanto non abbiamo contaminato il suo agonismo sportivo, gli hanno fatto perdere l’aura da scanzonato Peter Pan del Mondiale. Bambole gonfiabili, Sette Nani e galline dalle uova d’oro che hanno raccontato un pilota fuori da ogni schema hanno ormai lasciato spazio a esperienza e combattività di un campione pronto a spingersi oltre ogni limite. Un’asticella che Valentino ha alzato anno dopo anno, cambiando stile di guida e adeguandosi all’evoluzione della MotoGP, senza mollare mai, neanche a 40 anni. Vittoria o non vittoria, la stagione che scatterà il prossimo 10 marzo in Qatar lo condurrà a quota 400 gare disputate, più di chiunque altro nella storia di questo sport, per cui anche se il sogno del decimo titolo dovesse restare chiuso in un cassetto, vorrà dire che per ancora tanti anni il Dottor Rossi sarà sempre il più grande di tutti.