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F1, Gp Austria: 1997, il ritorno del Ring

Nel 1997, la F1 torna in Austria dopo 10 anni. Il vecchio Osterreichring è più corto e più lento. Schumacher finirà solo sesto, penalizzato anche per un sorpasso in regime di bandiere gialle. Irvine sperona Alesi. Il sogno mondiale Ferrari svanisce.
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“Se la Ferrari non vince il Mondiale entro il 1999, non lo vincerà mai più”. Quel che sarà della profezia di Michael Schumacher al Salzburger Nachrichten è storia nota. È la profezia di un bandolero stanco che in quegli ultimi giorni d'estate del 1997 sente che il duello per il Mondiale con Jacques Villeneuve gli sta scivolando via dalle mani. Dopo 10 anni la Formula 1 torna in Austria, su un Osterreichring più corto (1500 metri in meno) e più lento, con sei curve in più.

Villeneuve critico – “È uno schifo – commenta Villeneuve –, e mi dicono che hanno speso un sacco di soldi per farlo così . Ci sono delle curve dove ti ritrovi in prima quasi fermo. Ora io dico: la F.1 è velocità, spettacolo, ritmo e qui invece ti ritrovi fermo. Ma che roba è? Ogni volta che passo sul traguardo mi viene il dubbio di aver saltato una parte del circuito. È lento, noioso, non si farà un sorpasso. Tolte un paio di curve, il resto è una buffonata”. L'umore di Schumacher, poi, non migliora di certo dopo i test del giovedì. La Ferrari porta due telai, il vecchio e una versione nuova che Schumi porta in pista. Ma finisce dietro anche a Irvine, Diniz e Alesi, che monta le Goodyear come le Ferrari, a un secondo da Hill. Al venerdì, Schumi chiude settimo, a sette decimi da Frentzen, anche se ha corso solo con un treno di gomme e con il vecchio telaio, quello con cui aveva gareggiato in Ungheria e vinto in Belgio (col muletto), che sente meglio di quello nuovo, più leggero e più equilibrato con cui non aveva convinto a Monza.

Schumi 9° in griglia – In qualifica, l'allarme è sempre più rosso. Schumacher, che ha ancora 10 punti di vantaggio nel Mondiale su Villeneuve, è solo nono, il suo peggior piazzamento in griglia (eguagliata la contro-prestazione di Monza), anche dietro Irvine. Il Cavallino ha diversificato le strategie, ha scelto di montare le gomme morbide solo sulla vettura dell'irlandese che ha battuto Schumi per 5 millesimi: è solo la seconda volta che riesce a stargli davanti in qualifica da quando è arrivato in Ferrari, era successo al suo esordio l'anno prima in Australia. Il team ha provato anche a limitare al minimo la benzina per spingere la F103B apparsa in una pericolosa fase di stallo, tanto che entrambi finiscono per parcheggiare senza più carburante. “Non era questo che mi aspettavo – ha detto Schumi -. Sono deluso, ma queste sono cose che succedono. Siamo tutti vicini e avrei potuto fare meglio, se nelle ultime due curve nel giro finale non fosse venuta a mancare la benzina. Non potevo battere Villeneuve, però potevo guadagnare quattro o cinque posizioni. Villeneuve, che ha corso con un motore evoluto e firmato un sorpasso-capolavoro su Hakkinen all'ultimo giro, non fa calcoli. “Devo puntare al successo, poi vedremo. La mia Williams è molto veloce e stabile, però gli inseguitori sono forti. Mi devo concentrare solo sul risultato di giornata. La pista è scivolosa, porta a compiere errori. In fondo, però, sarà meglio un secondo posto con Schumacher alle mie spalle che non correre inutili pericoli per mantenere un primo posto a tutti i costi”.

La gara – “La macchina è questa – ammette Todt – possiamo fare poco per migliorarla”. E non è certo un buon segnale. Schumi sorprende tutti e sceglie di correre con il telaio alleggerito. Villeneuve al via lascia sfilare Hakkinen e Jarno Trulli. Il finlandese si ritira poche curve più in là e il pescarese resta in testa per 37 giri. L'Italia, che tante soddisfazioni ha avuto sul circuito della Stiria, si illude. “Jarno Trulli ha ha fatto vedere che le speranze in lui riposte non erano campate in aria – scrive Chiavegato sulla Stampa -. La pattuglia tricolore può contare su una coppia di ferro, visto che pure Giancarlo Fisichella, quarto dopo una prestazione maiuscola, ha dato l'ennesima dimostrazione del suo valore. Due piloti giovani, determinati, veloci, coraggiosi che in un futuro non lontano potranno prendersi tante soddisfazioni”.

Bandiera gialla – Trulli, però, viene superato ai box: si arrenderà poi alla rottura del motore dopo 59 giri. Intanto, al 39mo passaggio, la gara di Schumacher subisce l'ultimo colpo, il più pesante. Michael supera Frentzen ma non si accorge che i commissari hanno esposto le bandiere gialle. I dieci secondi di penalizzazione complicano ancora una corsa combattiva e in salita. La beffa, però, è doppia, perché è Irvine, al sesto ritiro consecutivo, che causa l'incidente con Alesi e convince i commissari a mettere fuori le bandiere che indicano di rallentare. Anche se, sostiene Schumacher, in una zona in cui i piloti non guardano. "Stavo superando Alesi quando la sua macchina mi è finita addosso" dirà Irvine per difendersi. Molto più duro Alesi: "Quello è un pazzo, gli spaccherei volentieri la faccia. Uno così non dovrebbero farlo correre. Ha ottenuto tre risultati in un colpo solo: ritirarsi lui, far ritirare me e far penalizzare Schumacher”.

Schumi sesto – Con il ritiro di Trulli e Barrichello e l'insistenza nel cercare, e infine trovare all'ultimo giro, il sorpasso su Damon Hill, Schumacher salva almeno il sesto posto e un punto che vale una flebile, timida speranza mondiale. Salva l'orgoglio di una macchina cominque competitiva, sfodera ancora l'orgoglio del campione che si batte anche per il risultato minimo, per il buon lavoro dei tecnici e dei meccanici. Ma non basta. C'è in palio anche il Mondiale costruttori, e l'Irvine irruento non è proprio di aiuto. E Todt, a Maranello, glielo ricorderà. “Irvine si dia da fare, ci dia una mano” lo ammonisce.

Cosa resterà – Schumacher mantiene un punto di vantaggio nel mondiale piloti. Un punto che gli permette di presentarsi almeno al Nurburgring la settimana successiva da leader di un campionato che, scrive Carlo Marincovich su Repubblica, “per lui ha tutta l' aria di allontanarsi fino a perdersi in un sogno. Anzi, in un incubo”. Un mondiale che dopo le curve strette della Stria è tutto nelle mani di Villeneuve. “Ho la macchina migliore – dice -, e i prossimi tre Gran premi sono tutti favorevoli a me. Perché adesso i vantaggi psicologici sono tutti miei. Ora Schumacher non potrà più correre in difesa, anche lui comincerà a sentire la pressione, quell' angoscia che ti fa sbagliare. Da mesi sono costretto a rincorrere e il cacciatore fa sempre più fatica della lepre. A me piace attaccare, quando sei dietro in classifica devi limitare al minimo i rischi, perché sai che un nuovo sbaglio può essere decisivo. La Ferrari, con le nuove regolazioni, dopo Magny Cours sembrava imprendibile, adesso è tornata normale. Anzi, noi siamo meglio, come aerodinamica, motore, gomme”. Avrà ragione lui. La Williams ha la macchina migliore e il figlio d'arte conquisterà il suo unico titolo mondiale. La Ferrari, conclude ancora Marincovich, “ha fatto grossi progressi, è costata anche un sacco di quattrini (ma ai suoi sponsor, non a noi), un giorno vince e un giorno va male. Ma è li, nei vertici, dove prima e per quasi venti anni, non era. Il risultato è comunque buono. Non era previsto ma è arrivato. Fa sognare ma è anche la premessa di un futuro migliore”. Per realizzarlo si potrà aspettare anche dopo il 1999.

GP AUSTRIA – STORIA E NUMERI

Prima edizione: 1964, Zeltweg (vittoria di Lorenzo Bandini su Ferrari)

Gara più lunga allo Spielberg: 1970 (1h 42m 17.32s)

Gara più breve allo Spielberg: 1975 (57m 56.69s)

Vittorie dalla pole allo Spielberg: 7 su 28

Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 14° (Alan Jones, Shadow, 1977 )

Le vittorie Ferrari

1964 Bandini

1970 Ickx

1999 Irvine

2002 M.Schumacher

2003 M.Schumacher

VITTORIE PILOTI

3 Prost

2 Peterson, Jones, Hakkinen, M.Schumacher, N.Rosberg

1 Bandini, Ickx, Siffert, Fittipaldi, Reutemann, Brambilla, Watson, Jabouille, Laffite, De Angelis, Lauda, Mansell, J.Villeneuve, Irvine, Coulthard

POLE PILOTI

3 Lauda, Arnoux, Piquet

2 Fittipaldi, Hakkinen, M.Schumacher

1 G.Hill, Rindt, Siffert, Hunt, Peterson, Tambay, Prost, Fabi, J.Villeneuve, Fisichella, Barrichello, Massa, Hamilton

PODI PILOTI

5 Coulthard

4 Laffite, Piquet, Barrichello, M.Schumacher

3 Jones, Alboreto, Prost, Hakkinen

2 Fittipaldi, Hulme, Hunt, Peterson, G.Villeneuve, Reutemann, Arnoux, Lauda, Hamilton, N.Rosberg

1 Anderson, Bandini, Ginther, Stommelen, Ickx, Regazzoni, Schenken, Siffert, Revson, Stewart, Pace, Brambilla, Pryce, Watson, Nilsson, Stuck, Depailler, Jabouille, K.Rosberg, De Angelis, Senna, Johansson, Mansell, Fabi, J.Villeneuve, Frentzen, Irvine, Montoya, Raikkonen, Bottas, Massa

VITTORIE COSTRUTTORI

6 McLaren

5 Ferrari

4 Lotus

3 Williams

2 Renault, Mercedes

1 BRM, Brabham, March, Penske, Shadow, Ligier

POLE COSTRUTTORI

7 Ferrari

4 Lotus, McLaren

3 Renault, Williams

2 BRM, Brabham, Benetton

1 Mercedes

PODI COSTRUTTORI

20 Ferrari

15 McLaren

11 Williams

8 Brabham

7 Lotus

4 Ligier, Mercedes

3 Renault

2 BRM, Hesketh, Shadow, Tyrrell

1 Surtees, March, Penske, Benetton

-Niki Lauda è l'unico pilota di casa fra i 21 vincitori nell'albo d'oro del gran premio. Ha vinto nel 1984, anno in cui conquisterà il Mondiale per mezzo punto, dopo aver vanificato tre pole position

-Cinque piloti hanno festeggiato qui la loro unica vittoria in F1: Lorenzo Bandini (1964), nella prima edizione della corsa, Vittorio Brambilla (1975), al termine di una gara interrotta dopo soli 57 minuti per la pioggia torrenziale, con tanto di incidente contro le barriere subito dopo la bandiera a scacchim John Watson (1976), Alan Jones (1977) e Elio de Angelis (1982).

-In quell'edizione, De Angelis al traguardo anticipa Keke Rosberg per soli 5 centesimi: è il quarto margine più ristretto nella storia della Formula 1, il terzo se si esclude la passerella orchestrata dalla Ferrari a Indianapolis nel 2002.

-Il GP d'Austria è comunque celebre per i distacchi contenuti all'arrivo: in undici occasioni il gap finale è risultato inferiore ai 5 secondi, in 17 (compresa l'ultima) tra i 6 e i 10. L'eccezione rimane il successo di Prost che nel 1986 doppiò tutti gli altri piloti arrivati al traguardo.

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