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F1, Gp Gran Bretagna: solito illusorio venerdì per le Ferrari?

Hamilton firma il miglior tempo ma salta la simulazione di gara. Alonso terzo: è il migliore degli altri. Raikkonen lavora sul set-up durante la long-run. Sarà davvero Marmorini a pagare per tutti?
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La prima scaramuccia nel duello interno in casa Mercedes lo vince Lewis Hamilton. Suo il miglior tempo di giornata sul circuito di casa. È una vittoria a metà, però, per il pilota di Stevenage, che salta totalmente la parte finale, dedicata alla simulazione con assetto da gara, per via di un problema al cambio. Rosberg chiude secondo ma dimostra di avere un invidiabile passo gara, almeno 7-8 decimi al giro più rapido di tutti gli altri. Alonso chiude terzo, ma nelle simulazioni di gara il più vicino alle Frecce d'Argento è Vettel.

Schianto Williams – Dura 20 minuti la prima sessione della Williams, osservata speciale a Silverstone. Susie Wolff, prima donna al volante di una F1 dopo Giovanna Amati, si ritrova per qualche minuto in testa ma è costretta a parcheggiare la sua FW36 in uscita dalla curva Luffield. “Ho sentito un calo di potenza, e mi sono dovuta fermare” ha commentato con la voce quasi rotta dal pianto. Cinque minuti dopo Felipe Massa, al 200mo GP in carriera, si schianta sul muro in uscita dalla Stowe, nello stesso punto in cui era andato a sbattere l'anno scorso. Problemi anche per la Red Bull di Dani Ricciardo, fermato anche lui da un guasto al cambio. Intanto, i dati pubblicati stamattina danno una misura e qualche ragione in più all'insoddisfazione di Chris Horner verso le power unit Renault. Da inizio stagione, infatti, Vettel è il pilota che ha cambiato più componenti del motore: ha già cambiato quattro volte, sulle cinque consentite al massimo dal regolamento, il motore termico, il turbo-compressore, l'unità MGU-H e la centralina di controllo.

Ferrari, tutto come al solito – Ancora una volta Alonso, che nella parte finale della prima sessione ha girato senza il monkey seat, è “il migliore degli altri”, di nuovo terzo dietro le Mercedes, di nuovo con ogni probabilità con meno benzina dei concorrenti. Alonso ha mantenuto tempi molto competitivi sul passo gara, girando sull'1'40” basso, a circa sette decimi dai tempi di Hamilton e Rosberg. Lo spagnolo ha confermato di volersi concentrare su tre obiettivi: finire nel migliore dei modi il campionato 2014, lavorare fianco a fianco con il team e sfruttare le prove libere per lavorare al progetto 2015. Resta da capire, invece, il grado di coinvolgimento di Kimi Raikkonen, che ha annunciato di volersi ritirare alla fine della prossima stagione, alla scadenza del suo contratto con la Rossa. Il finlandese ha avuto ancora parecchie difficoltà e nella parte finale della PL2, mentre gli altri giravano per simulare la long-run in assetto da gara, ha continuato a cercare una soluzione accettabile in termini di setup. Impossibile da valutare il valore reale dei suoi giri sul piede dell'1’38″, per la più che probabile differenza in termini di carburante nel serbatoio. Dopo il GP, comunque, Raikkonen resterà in Inghilterra per una settimana di test a Silverstone, mentre l'asturiano tornerà a Maranello a lavorare al simulatore per sviluppare la monoposto dell'anno prossimo, la prima nata interamente sotto la gestione di James Allison. Una vettura che avrà caratteristiche diverse dalla F14T progettata da Tombazis e Fry, che hanno realizzato una macchina dagli ingombri minimi costringendo i motoristi ad adattare le caratteristiche della 059/3, la power unit anche per questo meno competitiva rispetto ai concorrenti. Secondo quanto scrive Autosprint, però, potrebbe essere proprio il capo dei motoristi, Luca Marmorini, a pagare per tutti: al suo posto potrebbe essere promosso temporaneamente l’attuale vice, Mattia Binotto. Inoltre, scrive ancora Alberto Antonini, non è da escludere la promozione nella squadra corse di Giacomo Tortora, esperto di modelli di simulazione al computer quando era alla McLaren che finora in Ferrari si è occupato soprattutto di lavoro in fabbrica, con un “ruolo di dirigenza del gruppo degli ingegneri”.

Caterham, e ora? – Evitato il rischio di vedere la finanza a Silverstone a sequestrare tutto, come accadde all'Andrea Moda all'inizio degli anni '90, la Caterham continua a mostrarsi del tutto inadatta alla F1. Ora un gruppo di investitori arabi e svizzeri ha messo insieme una cordata per rilevare la scuderia di Tony Fernandes, in difficoltà talmente grandi che i pesci del laghetto della sede del team a Leafield si sono ammalati perché non c'erano nemmeno più i soldi per cambiare i filtri dell'acqua. Colin Kolles è il nuovo consulente finanziario, con Christijan Albers come team principal. L'ex pilota olandese ha corso per tre anni in F1, dal 2005 al 2007, Minardi-Cosworth, Midland-Toyota e Spyker-Ferrari, per poi gareggiare in DTM e in Endurance con la scuderia di Kolles, che ha voluto come amministratore delegato l'italiano Manfredi Ravetto, già con lui otto anni fa alla Midland. I tempi di Ericsson e del tester Frings, però, rinforzano le posizioni di chi sostiene che la F1 non è un dovere e che scuderie senza mezzi adeguati dovrebbero accontentarsi di partecipare a formule minori.

Ripartenze – Di futuro ha parlato anche Charlie Whiting, che si è soffermato soprattutto sulle preoccupazioni per la decisione di introdurre le ripartenze da fermo dopo l'ingresso della safety car dal 2015. “Ci sono due cose che preoccupano i piloti. Una è la correttezza, il fatto che è più probabile per chi è in testa perdere la posizione con una ripartenza dalla griglia che non con una lanciata, ma non ne sono molto sicuro”. L'altra riguarda il rischio che così facendo aumentino le situazioni di pericolo. “Se dite che una seconda partenza da fermo è pericolosa, allora questo presuppone che lo sia anche la prima. Ovvio, statisticamente ci sono più incidenti al via che in qualunque altro momento della gara. Ma nessun pilota vuole che succeda e nessuno causerà incidenti. Personalmente, non credo che ci sia nessun rischio in più”. Un discorso, a dire il vero, non proprio del tutto condivisibile, che si pone però in linea con la ratio delle ultime scelte della FIA e della Formula 1, con il tentativo di trovare placebo posticci e cervellotiche innovazioni per restituire appeal e spettacolarità a uno sport snaturato da troppe sovrastrutture. “L’idea che ci sta dietro”, ha voluto precisare Whiting, “si basa sul fatto che per molti la partenza è il momento più emozionante della gara. Se ne hai più di una, il divertimento aumenta”.

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