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F1, GP Monaco: Rosberg e uno schianto che vale la pole

Rosberg va contro le barriere al Mirabeau alla fine delle qualifiche e finisce sotto indagine. Le bandiere gialle impediscono a Hamilton di completare l’ultimo giro lanciato. Prima fila Mercedes, seconda Red Bull, terza Ferrari. A Monaco va in scena la griglia a squadre.
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Ancora niente pole a Montecarlo per Hamilton. Stavolta la rivalità interna con Rosberg ha raggiunto un nuovo stadio. Il tedesco, unico a scendere sotto il muro dell'1.15, è finito sulle barriere al Mirabeau a due minuti dalla fine della sessione, e le bandiere gialle hanno di fatto impedito al britannico di completare il suo ultimo giro veloce. Per questo, Rosberg è finito sotto indagine da parte dei commissari. Hamilton si è dovuto fermare dopo aver chiuso il primo settore in 19.9, lo stesso tempo fatto segnare da Rosberg nel giro che gli ha dato la pole. Una manovra che non può non far tornare alla mente il 2006, quando Schumacher parcheggiò la sua Ferrari alla Rascasse ostacolando il giro lanciato di Alonso: allora gli organizzatori punirono però il tedesco, costretto a partire dal rettilineo dei box. Rosberg festeggia così la sesta pole in carriera, una in più di papà Keke. Ma la domanda resta: il suo è stato un errore o un incidente volontario? Per Ted Kravitz, inviato di Sky Sports UK, "tutti quelli con cui ho parlato nel paddock pensano che l'abbia fatto apposta".

Come Senna e Prost? – In ogni caso, l'incidente di Rosberg è l'atto di inizio della guerra fredda in casa Mercedes, una contrapposizione fatta di giochi psicologici e trucchi al limite della regolarità che ricorda quella tra Senna e Prost che proprio a Monaco si è accesa nel 1984. Hamilton, come Senna, è più aggressivo, ha più talento naturale; Rosberg, come il Professore, è più scrupoloso e metodico. “Penso che la lotta fra Senna e Prost”, ha dichiarato Hamilton, “fosse un po’ più vivace della nostra. Credo comunque che la situazione cambierà. Spero che anche noi potremo guardare indietro a questo periodo e dire che siamo stati protagonisti di una situazione simile”. Hamilton punta a sovvertire la tradizione, che in nove delle ultime 10 edizioni ha visto trionfare chi partiva dalla pole, e diventare il settimo pilota a centrare almeno cinque vittorie consecutive in una stagione. Tutti gli altri (Michael Schumacher, Nigel Mansell, Jack Brabham, Jim Clark, Alberto Ascari e Sebastian Vettel) quando ci sono riusciti hanno sempre finito per vincere il mondiale.

 Ferrari – Alonso, l'unico tra i piloti in gara ad avere conquistato più di una pole a Monaco (due consecutive, nel 2006 e nel 2007) chiude davanti a Raikkonen per la quarta volta su sei gran premi in stagione. Ma è una consolazione magra. Su un circuito dove le differenze di velocità contano meno che su qualunque altra pista del mondiale, le Ferrari restano troppo indietro. Alonso e Raikkonen occupano tutta la terza fila, dietro le due Mercedes e le due Red Bull. Evidentemente non è solo una questione di power unit se le Rosse sono così in difficoltà quest'anno.  A Monaco non sono bastate nemmeno le gomme supersoft a evitare un'altra gara in salita, un'altra gara ad inseguire avversari con motori migliori ma anche con telai migliori, come la Red Bull che ha fatto valere eccome il miglior comportamento in entrata di curva.

La prima di Ricciardo – Dani Ricciardo festeggia la sua prima volta in Q3 a Monaco Nelle tre precedenti esperienze nel Principato, infatti, non è mai partito tra i primi 10 e non ha mai visto la bandiera a scacchi. Quest'anno, però, ha deciso di trasferirsi proprio a Monaco: “È un posto perfetto per allenarmi, faccio tanta bici e frequento tanti atleti” ha spiegato alla Gazzetta dello Sport. Per la quinta volta in sei gran premi quest'anno l'australiano, che si ispira a Brabham e Senna, parte davanti a Vettel, che ha lamentato la mancanza di ERS-K, i cavalli supplementari garantiti dal recupero dell'energia cinetica dai gas di scarico, in Q2. “Io non sono sorpreso. So che cosa aspettarmi da me stesso, sapevo di poter stare con Seb” ha detto Ricciardo. "Forse il rapporto potrà deteriorarsi, ma se Seb dovesse battermi in modo netto, non potrò arrabbiarmi. Vuol dire che è più bravo di me. Per ora, però, tra noi va bene”.

La cronaca – In Q1 tutti hanno girato con le supersoft, che secondo Pirelli danno tempi migliori di un secondo rispetto alle morbide, tranne Mercedes e Red Bull. Al Mirabeau Ericsson frena tardi e dall'interno trascina contro le barriere Massa. Il brasiliano supera il taglio in Q1 ma la sua Williams è troppo danneggiata e non può prendere parte alla Q2. "Non c'è molto da dire" ha commentato scorato l'ex ferrarista, "gli ho dato spazio e mi è venuto addosso. Penso che avrei potuto arrivare in Q3, e invece dovrò partire molto indietro in griglia. Non sarà per niente facile". A sorpresa, è Vergne a chiudere la prima frazione con il miglior tempo, 1.17.557. Vanno fuori in Q1 le due Sauber, le due Caterham e le due Marussia, e per la prima volta entrambe le Lotus arrivano in Q2. Le Mercedes scelgono le supersoft e viaggiano praticamente sugli stessi tempi. Rosberg fa leggermente meglio nel primo e nel terzo settore, Hamilton costruisce un vantaggio minimale nella parte centrale e chiude la Q2 davanti al compagno di squadra per poco più di un decimo di secondo. Delude Button, fuori in Q2, brillano le Toro Rosso che entrano entrambe in top-10. Rileva particolarmente il nono posto di Dani Kvyat, il russo che viene da Roma, al suo debutto assoluto a Monaco, che ha iniziato la Q1 con uno schianto sulle barriere alla chicane del porto, un incidente che ha ricordato quello di Perez di qualche anno fa.

Aerodinamica – Le restrizioni imposte dai nuovi regolamenti hanno costretto le scuderie a limitare le innovazioni aerodinamiche.  In pista si sono viste solo piccole aggiunte, qualche dettaglio e niente più. La Mercedes ha lavorato sulla sagomatura dell'alettone anteriore, la Red Bull ha aggiunto due appendici per contenere la telecamera prima incorporata nel muso e spostata su richiesta della FOM, la Ferrari ha portato il nuovo monkey seat al posteriore sperimentato nei test a Barcellona. Niente a che vedere, comunque, con le ali supplementari a X, presto vietate perché considerate pericolose, con cui la Tyrrell ha cercato di aumentare il carico aerodinamico nell'edizione 1998.

LA CLASSIFICA

Pos Driver Team Time Gap
1. Nico Rosberg Mercedes 1m15.989s
2. Lewis Hamilton Mercedes 1m16.048s +0.059s
3. Daniel Ricciardo Red Bull-Renault 1m16.384s +0.395s
4. Sebastian Vettel Red Bull-Renault 1m16.547s +0.558s
5. Fernando Alonso Ferrari 1m16.686s +0.697s
6. Kimi Raikkonen Ferrari 1m17.389s +1.400s
7. Jean-Eric Vergne Toro Rosso-Renault 1m17.540s +1.551s
8. Kevin Magnussen McLaren-Mercedes 1m17.555s +1.566s
9. Daniil Kvyat Toro Rosso-Renault 1m18.090s +2.101s
10. Sergio Perez Force India-Mercedes 1m18.327s +2.338s
Q3 cut-off time: 1m17.755s **
11. Nico Hulkenberg Force India-Mercedes 1m17.846s +1.492s
12. Jenson Button McLaren-Mercedes 1m17.988s +1.634s
13. Valtteri Bottas Williams-Renault 1m18.082s +1.728s
14. Romain Grosjean Lotus-Renault 1m18.196s +1.842s
15. Pastor Maldonado Lotus-Renault 1m18.356s +2.002s
16. Felipe Massa Williams-Renault
Q2 cut-off time: 1m18.616s*
17. Esteban Gutierrez Sauber-Ferrari 1m18.741s +1.184s
18. Adrian Sutil Sauber-Ferrari 1m18.745s +1.188s
19. Jules Bianchi Marussia-Cosworth 1m19.332s +1.775s
20. Max Chilton Marussia-Cosworth 1m19.928s +2.371s
21. Kamui Kobayashi Caterham-Renault 1m20.133s +2.576s
22. Marcus Ericsson Caterham-Renault 1m21.732s +4.175s

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