GP Canada 2011: Button da ultimo a primo nella gara più lunga di sempre
Dopo quattro ore, il silenzio. Dopo il diluvio e il caos, Jenson Button non sembra credere ai suoi occhi. Ha vinto il suo decimo gran premio, il più lungo di sempre, e firmato l’impresa che lo porta nella storia. Perché Button è il pilota che ha corso più gare di tutti fra gli iscritti al Mondiale 2015, ma quando smetterà, lo ricorderanno per il titolo di campione del mondo e per il GP del Canada del 2011.
Le qualifiche – Al gran premio si arriva con la crescente incertezza sul calendario. Il 3 giugno, 10 giorni prima della corsa, viene reinserita in calendario la tappa del Bahrain per il 30 ottobre, che però verrà definitivamente cancellato il 9. In qualifica, Sebastian Vettel centra la prima pole position sul circuito dedicato a Gilles Villeneuve, la sesta stagionale, davanti a Alonso e Massa, secondo e terzo: per la Ferrari è il miglior piazzamento in griglia del Mondiale. Webber, sull’altra Red Bull, non può usare il KERS e chiude quarto, a 4 decimi da Vettel. Le McLaren lamentano la poca trazione su un circuito a medio-basso carico: Hamilton parte quinto, Button settimo. Le Mercedes di Rosberg e Michael Schumacher si piazzano al sesto e all’ottavo posto con le Renault di Heidfeld e Petrov a completare la top-10.
Scontro Button-Hamilton – Si parte per 5 giri dietro la safety car, per motivi di sicurezza visto il maltempo. Al rientro, Alonso attacca Vettel, che difende la prima posizione. Ma il vero protagonista è Hamilton, che qui ha vinto il suo primo GP nel 2007. Prima tenta un sorpasso al limite a Webber, che perde qualche posizione. La manovra finisce sotto investigazione, ma senza esito, anche perché il britannico esagera ancora. Va largo al tornante per provare un sorpasso ambizioso su Rosberf e soprattutto, all’ottavo giro, dopo il rettilineo d’arrivo cerca di infilarsi dove spazio non c’è. “Che sta facendo?” grida via radio il compagno di squadra Button che prende la traiettoria migliore. Al campione del mondo 2008 non resta che allargarsi troppo e finire la corsa con la posteriore contro le barriere con la posteriore sinistra danneggiata. “Le condizioni erano al limite, ho fatto del mio meglio per tenere la macchina in pista. Credo che in quel momento avevo un buon ritmo, ho cercato di passare Button all’esterno ma continuava a allargarsi all’ultima curva. Non credo che l’abbia fatto apposta a mandarmi fuori, comunque” dice Hamilton. Niki Lauda, però, la vede in maniera molto diversa. “Lewis ha superato tutti i limiti, non puoi guidare così”. Per il team principal Martin Whitmarsh, “sapeva che doveva mettere pressione su Sebastian Vettel e ha commesso un errore. Jenson non sapeva che Hamilton era lì e Jenson stava cercando di guadagnare una posizione. Forse qualcuno ci criticherà, ma è così che gestiamo la squadra. Lewis è un pilota straordinario e appassionato, sarebbe un errore per noi frustrare la sua passione”.
Gara sospesa – Rientra la safety car e le Ferrari ringraziano: nei primi quattro giri lanciati hanno perso 4 secondi da Vettel. Button, che deve scontare una penalità per violazione dei limiti di velocità in regime di safety car, si ferma ai box per montare le intermedie. È un rischio che sembra pagare, gira 3 secondi meglio dei primi. Al 18° giro il Cavallino si adegua e richiama anche Alonso. Ma due passaggi più in là, la pioggia si fa più forte, l’inglese e l’asturiano devono di nuovo montare le full wet, aiutati dal nuovo ingresso della safety car. Al 25° giro, la direzione gara ferma la corsa per due ore. Chissà se in quei lunghi minuti di attesa, a Button tornano in mente i suoi inizi a Frome, il primo test per la patente fallito perché è andato troppo vicino a una macchina parcheggiata, la via che gli hanno dedicato, l’accoglienza nella sua vecchia scuola dopo il titolo mondiale e quelle uniformi ancora sempre uguali, sempre quelle. Chissà se ripensa al Beetle di papà John che correva nei rallycross degli anni ’70 e l’ha chiamato Jenson in onore del suo grande rivale, Erving Jensen (la e diventa o per non essere confuso con la Jensen Motors). Finalmente si riparte, ancora tutti dietro la safety car per sei giri. La pista intanto si asciuga e molti si fermano per passare alle intermedie.
Il miracolo di Button – Al 37° passaggio, Alonso attacca Button all’esterno. Lo spagnolo tocca la McLaren e, tradita da un cordolo scivoloso, deve ritirarsi: un finale amaro, il primo zero del Mondiale, dopo la miglior qualifica della stagione, registra il primo zero del Mondiale. L’inglese torna ancora ai box, e quando rientra in pista è ultimo. Nell’alternanza dei pit stop e nei cambi di strategia, chi sembra pagare di più è Massa. A lungo secondo, il brasiliano viene superato da Webber, Button e Schumacher, mentre tenta l’attacco a Kobayashi. Al 54° giro, poi, dopo aver cambiato le gomme, scivola sul bagnato nel doppiaggio a Petrov e rovina il muso: nuova sosta e addio podio. Tre passaggi più in là il gruppo si compatta di nuovo, l’incidente di Heidfeld richiama ancora in pista la safety car. Si riparte al giro 60, ma stavolta la pista è asciutta. Button si lancia in un duello spettacolare, supera Webber e Schumacher e si lancia all’inseguimento di Vettel quando mancano 4 tornate all’arrivo di una gara unica. All’ultimo giro il tedesco commette il primo vero errore della stagione, sbaglia la frenata e consegna a Button la decima vittoria in carriera dopo 4 ore e 4 minuti di corsa a Notre Dame. “E’ stata una gara fantastica, mi sarei divertito anche se non avessi vinto. È stata una battaglia immensa, una rimonta straordinaria” dice Button a caldo, “non so che altro dire”. La vittoria non cambia gli equilibri nel Mondiale, Vettel rimane avanti con 60 punti e in Giappone diventerà il più giovane bi-campione del mondo nella storia della F1. Ma quella è la notte di Button, che non ha dimenticato la lezione che tutti i ragazzi di Frome imparano presto. “Devi essere in forma per crescere qui” spiegava al Telegraph la responsabile dell’ufficio turistico, “non ci sono strade dritte”. Solo uno così poteva vincere il gran premio più lungo di sempre.
GP CANADA – STORIA E NUMERI
Prima edizione: 1967, Mosport (vittoria di Jack Brabham, su Brabham)
Prima edizione a Montreal: 1978 (vittoria di Gilles Villeneuve, su Ferrari)
Gara più lunga a Montreal: 2011 (4h 4m 39.537s)
Gara più breve a Montreal: 1997 (1h 17m 40.646s)
Vittorie dalla pole: 15 su 35
Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 10° (Jacques Laffite, Ligier, 1981)
Le vittorie Ferrari
1970 Ickx (Mont-Tremblant)
1978 Villeneuve
1983 Arnoux
1985 Alboreto
1995 Alesi
1997 M.Schumacher
1998 M.Schumacher
2000 M.Schumacher
2002 M.Schumacher
2003 M.Schumacher
2004 M.Schumacher
ALBO D'ORO PILOTI
Vittorie
7 – Michael Schumacher
3 – Nelson Piquet, Lewis Hamilton
2 – Jacky Ickx, Jackie Stewart, Alan Jones, Ayrton Senna
1 – Jack Brabham, Denny Hulme, Peter Revson, James Hunt, Jody Scheckter, Emerson Fittipaldi, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite, Rene Arnoux, Michele Alboreto, Nigel Mansell, Thierry Boutsen, Gerhard Berger, Alain Prost, Jean Alesi, Damon Hill, Mika Hakkinen, Ralf Schumacher, Fernando Alonso, Kimi Raikkonen, Robert Kubica, Jenson Button, Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo
Pole position
6 – Michael Schumacher
3 – Ayrton Senna, Nelson Piquet, Lewis Hamilton, Sebastian Vettel
2 – Jackie Stewart, Alain Prost, Ralf Schumacher
1- Jim Clark, Jochen Rindt, Jacky Ickx, Peter Revson, Ronnie Peterson, Emerson Fittipaldi, James Hunt, Mario Andretti, Jean-Pierre Jarier, Alan Jones, Didier Pironi, Rene Arnoux, Elio de Angelis, Nigel Mansell, Riccardo Patrese, Damon Hill, David Coulthard, Juan Pablo Montoya, Jenson Button, Fernando Alonso, Nico Rosberg
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
Vittorie
13 – McLaren
11 – Ferrari
7 – Williams
4 – Brabham
2 – Tyrrell, Benetton, Red Bull
1 – Wolf, Ligier, Renault, BMW Sauber
Pole position
11 – McLaren
8 – Williams
6 – Ferrari
5 – Brabham, Lotus
3 – Red Bull
2 – Tyrrell, Benetton
1 – BAR, Renault, Mercedes