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GP Italia: le 18 gemme Ferrari a Monza (VIDEO)

La Ferrari è la scuderia che ha vinto di più a Monza. Dai trionfi di Ascari ai successi di Hill e Regazzoni. Dall’unico successo italiano di Ludovico Scarfiotti alla cinquina di Michael Schumacher.
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E' il 16 settembre 1951 quando il Cavallino trionfa per la prima volta a Monza. Nel secondo Mondiale di F1, per contrastare il dominio delle Alfa Romeo che nel 1950 hanno vinto tutte le gare tranne la 500 miglia di Indianapolis, Enzo Ferrari presenta la 375 F1 con motore aspirato da 4500 cc. Arrivano così tre successi, con Froilan Gonzales a Silverstone e al Nurburgring, e a Monza con Alberto Ascari che vince davanti proprio all'argentino pupillo di Fangio. Quarta e quinta le altre due Ferrari di Nino Farina e Piero Taruffi. Ascari dominerà la stagione 1952, vincerà tutti i GP e con il bis a Monza celebra il suo primo titolo mondiale. Tutte le prime quattro posizioni della classifica finale sono occupate da piloti del cavallino rampante: secondo Giuseppe Farina (24), terzo Piero Taruffi (22), quarto lo svizzero Rudi Fischer (10,  pari merito col britannico Mike Hawthorn, su Cooper-Bristol). Non vince a Monza, ma ottiene comunque il secondo mondiale nel '53 con cinque primi posti su 9 GP. A Monza morirà il 26 maggio 1955, a 36 anni come il padre Antonio, scomparso quasi trent'anni prima, il 26 luglio 1925. È morto, scriveva Alberto Cavallari sul Corriere di Informazione, “nell'attimo in cui ha accettato di essere, per un giorno, un ragazzo (…). E con un casco non suo (per la prima volta nella vita) senza tuta (per la prima volta nella carriera) s'è curvato sul volante. Certo, all'una e dieci, sull'automobile d'argento a Monza non c'era Alberto Ascari, l'esperto campione delle corse più veloci, non c' era l' uomo capace di difendersi, il pilota superstizioso, il calcolatore prudente. C'era un personaggio, strano, sconosciuto, un Ascari segreto che s’era lasciato trasportare dal candore dell'infanzia… Nell'infanzia recuperata per un istante breve”.

Hill, trionfo e tragedia – Nel 1960 Phil Hill conquista a Monza la sua prima vittoria in F1. Dodici mesi dopo celebra qui il trionfo nel Mondiale e consegna alla Ferrari il primo titolo costruttori della sua storia. La sua però è una vittoria senza gioia perché al terzo giro Wolfgang Von Trips, 33enne pilota tedesco del Cavallino, viene tamponato alla Parabolica dalla Lotus di Jim Clark, finisce fuori pista e muore. Nell'incidente perdono la vita anche 15 spettatori.

L'unico sigillo tricolore – C'è un solo italiano nell'albo d'oro a Monza. È Ludovico Scarfiotti, schierato al fianco di Lorenzo Bandini e Mike Parkes a partire dal GP di Germania del 1966 dopo l'addio polemico di John Surtees a Spa. Dopo il ritiro di Jack Brabham al quarto giro, è una sinfonia Ferrari. Scarfiotti conquista l'unica vittoria, e l'unico podio, della sua carriera in F1. Il pubblico è in delirio. Tra loro un diciannovenne che per la prima volta ha assistito a una corsa dal vivo: Luca Cordero di Montezemolo.

Il mito Regazzoni – A Monza è nata anche la leggenda di Clay Regazzoni. La sua prima immagine, scrive Giorgio Terruzzi, “è una festa della memoria. Gran Premio d’Italia, Monza, 1970. Lui che vince con la Ferrari in un happening rosso, poche ore dopo la morte di Jochen Rindt”, che è andato a sbattere nelle prove alla Parabolica ed è diventato l'unico campione del mondo postumo nella storia della Formula 1. “Era il suo primo anno in Formula 1, la sua prima vittoria a un giorno dal suo compleanno numero 31”. “Per vincere a Monza bisogna avere il pelo sullo stomaco per fare il curvone in quinta piena. Io ce l’ho, gli altri no” confessava all'amico giornalista Nestore Morosini. Cinque anni dopo torna a vincere a Monza in un giorno di gloria. La Ferrari vince il suo terzo Mondiale costruttori e a Niki Lauda basta salire sul gradino più basso del podio per celebrare il primo titolo piloti. È “doppietta rossa” anche nel 1979. Il sudafricano Jody Scheckter conquista il Mondiale con due gare d'anticipo. Vince davanti a Gilles Villeneuve e il Cavallino ha la certezza matematica anche del titolo costruttori.

In memoria del Drake – Poi più nulla fino al 1988, al primo GP di Monza dopo la morte di Enzo Ferrari. È l'11 settembre, la McLaren Honda ha vinto tutte le gare del Mondiale fino a quel giorno e vincerà tutte le successive. Ma il sogno dell'en plein si chiude a Monza, nel segno del Drake. Al 35° si ritira Prost per un problema al motore. A due passaggi dalla fine Senna tenta di doppiare alla prima chicane la Williams di Schlesser, il collaudatore che sostituisce Mansell ancora alle prese con la varicella: i due si scontrano ed escono di pista. Berger ringrazia e vince davanti a Michele Alboreto: dopo nove anni, è di nuovo doppietta Ferrari.

L'era Schumacher – Nel 1996 inizia l'era di Michael Schumacher, il pilota con il maggior numero di vittorie a Monza, 5, una in più di Piquet che ha trionfato due volte con la Brabham e altrettante con la Williams. I cinque successi di Schumi, invece, sono arrivati tutti in Ferrari. Al primo anno al Cavallino, è già trionfo a Monza. Va a toccare, senza conseguenze, le barriere di gomme alla prima variante, insegue Alesi per 30 giri prima di firmare il sorpasso chiave al pit stop e regalare alla Rossa il terzo successo stagionale. "Non ho mai visto un pubblico così: può succedere solo in Italia" commenta Schumacher. È bravo e fortunato, il tedesco, due anni dopo. Il suo secondo successo a Monza è aiutato da un problema ai freni che frustra la rimonta di Mika Hakkinen. Il nuovo millennio inizia ancora nel segno della leggenda e della tragedia, che hanno accompagnato tutta la storia del circuito più veloce del mondiale. Monza si presenta con una prima variante rivoluzionata, senza più le due chicane ravvicinate, sostituite da un imbuto molto più lento. Alla partenza non succede nulla, ma il dramma è rimandato alla Roggia: Frentzen innesca una carambola che mette fuori gioco Barrichello, Coulthard, De la Rosa e Herbert. Nell’impatto vola una ruota che colpisce e uccide il commissario Paolo Gislimberti. Dopo l'ingresso della safety car, la gara riprende, Schumi trionfa ed eguaglia i 41 successi in carriera di Ayrton Senna. Memorabile il trionfo del 2003. È il GP più veloce della storia, dura solo un'ora, 14 minuti e 19.838 secondi. Irraggiungibile la velocità media di Schumacher a fine corsa, 247,585 kmh. Il 2006 è l'anno del passaggio di consegne. Schumi vince e annuncia il ritiro a fine stagione. Secondo arriva Kimi Raikkonen, che prenderà il suo posto.

La doppietta di Barrichello – In mezzo, i due successi di Barrichello che timbra nel 2002 e nel 2004, quando conquista anche la pole in 1.21.046 alla media di 260,395 kmh, la più alta di sempre per un giro che sia valso la prima posizione in griglia. È un giorno speciale. La Ferrari arriva a Monza avendo già conquistato il titolo piloti, con Schumacher già campione del mondo a Spa, e costruttori. E Barrichello completa la festa con il primo successo stagionale: è la prima volta che riesce a vincere due volte su una stessa pista. “Oggi è stato magico” commenta, “come lo era stato qui due anni fa. E’ un’emozione incredibile. Questa è la mia miglior stagione: quello che mi mancava era solo la vittoria. E’ arrivata perché abbiamo una squadra fantastica: voglio ringraziare tutti i nostri ragazzi e tutti i nostri tifosi. Grazie a loro, ho potuto amare ogni singolo istante di questo weekend”.

L'ultimo successo – La Ferrari aspetta di festeggiare a Monza dal 2010. L'aveva promesso Alonso, alla vigilia, che avrebbe vinto e riaperto il Mondiale. È stato di parola. Si è fatto infilare da Button alla partenza, ma lo scenario è da subito “rosso Ferrari”: Hamilton tenta di infilarsi tra Alonso e Massa e ci rimette la sospensione anteriore destra. Al 37mo giro il capolavoro. Button, in testa, si è fermato un giro prima. Alonso firma il record nel secondo settore e rientra per un pit stop fulmineo. All'uscita del rettilineo dei box è davanti a Button, e le posizioni non cambieranno più fino alla bandiera a scacchi.

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