Hamilton-Rosberg e le grandi rivalità della F1
Non c'è eroe senza antieroe. Non c'è passione senza rivalità. È l'attrazione degli opposti che crea il fascino dello sport. E la Formula 1, che nell'ebbrezza della velocità mette in scena l'autenticità dei caratteri, esacerba le differenze, esalta le contrapposizioni. L'attacco di Rosberg a Hamilton a Spa segna l'inizio di un nuovo tempo della guerra interna in Mercedes. Se davvero Rosberg ha ammesso nel meeting con la squadra di averlo fatto apposta, questo diventa il punto di non ritorno. Il duello è destinato a diventare personale, e crescono le analogie con Senna e Prost. E come nella storia della rivalità che ha scandito gli anni '80 e '90 e segnato l'era moderna della F1, non si escludono vendette e ritorsioni. Ogni generazione, comunque, si è riconosciuta in una coppia di opposti. Ripercorrerle consente di attraversare, per brevi fotogrammi, lo spirito, l'evoluzione, la magia della Formula 1.
Clark vs Hill – Superata la stagione dei pionieri gentiluomini, dei Fangio, dei Farina, degli Ascari, nel 1962 si accende la rivalità tra Jim Clark e Graham Hill. La prima vittoria di Clark sulla Lotus 25 disegnata da Chapman, a Spa nel 1962, alza il sipario sul primo grande duello della F1. I due sono amici fuori dalla pista, ma una volta indossato il casco per oltre sei anni segnano il Mondiale. Clark, il paziente scozzese, vince il Mondiale nel 1963 e nel 1965. Hill, il padre di Damon, nel 1962 e nel 1968, da compagno di squadra di Clark che quell'anno muore in un incidente di Formula 2 a Hockenheim: ha all'attivo 25 vittorie e 33 pole position. “Se perfino Clark poteva morire, allora nessuno era al sicuro” scrive il giornalista Alan Henry nel suo libro “Wheel to wheel. Nel 1975 morirà anche Hill quando, di ritorno dal circuito di Paul Ricard, si schianta alla guida di un aereo Piper Aztec su un campo da golf a nord di Londra.
Hunt vs Lauda – Andreas Nikolaus Lauda e James Simon Wallis Hunt hanno in comune la provenienza agiata: figlio di un ricco banchiere l’uno, di un medico di fama l’altro. Hunt paga e non poco per ottenere il suo primo “volante” in Formula 1 con la scuderia di un altro nobile mecenate, Lord Hesketh. Anche Lauda costruisce da solo la sua scalata: sale dalle Formula 5 alla Formula 2 a suon di prestiti bancari. Qui, alla March, il direttore Robin Herd finalmente comprende le sue qualità nel sentire la macchina e lo porta in F1. Poi arriva la BRM e l’amicizia con Clay Regazzoni, che lo presenta a Enzo Ferrari. Nel 1975, Lauda vince il suo primo Mondiale mentre Hunt, che ha festeggiato la sua prima incredibile vittoria in Olanda, a fine stagione si ritrova senza squadra ma approda in McLaren per il ritiro di Fittipaldi, con un contratto di appena 200mila dollari: sarebbe diventato campione del mondo. È l’anno ricostruito da Ron Howard in Rush, l’anno dell’incidente di Lauda al Nurburgring (video), e di una rivalità leggendaria che si chiude in Giappone, sul circuito Fuji. Lauda, sotto il diluvio, si ritira al secondo giro. Hunt, in testa al 62mo giro ma sceso al quinto posto a cinque tornate dalla fine, affronta la parte finale della corsa al limite della follia e arriva terzo. Il titolo è suo, e tanto gli basta. La sua carriera finisce qui. Lauda, invece, le corse non le ha mai lasciate.
Jones vs Reutemann – Mettere insieme il “gaucho triste” Carlos Reutemann, che negli anni '90 avrà una discreta carriera politica e si candiderà alla presidenza dell'Argentina, e l'impulsivo Alan Jones è la scommessa di Patrick Head e Frank Williams per la stagione 1981. La scuderia è tutta dalla parte del britannico, ma Reutemann ignora gli ordini di scuderia in Brasile e va a vincere. L'argentino trionfa anche a Spa e si ritrova in testa al Mondiale. A Monza la scuderia non chiede però a Jones di far passare l'argentino dopo il ritiro di Piquet all'ultimo giro. In Canada, Jones gli rifila una ruotata al via della corsa e all'ultima gara, a Las Vegas, con una macchina sorprendentemente poco performante, chiude solo nono. Il quinto posto basta a Piquet per vincere il Mondiale, per un punto mentre Jones, all'ultima corsa della carriera, gongola. La carriera di Reutemann dura solo altre due gare: l'esplosione della guerra delle Falkland, e la sua posizione di argentino indesiderato in una squadra britannica, lo convincono a lasciare le corse. Fa solo in tempo a germogliare, invece, la rivalità Pironi-Villeneuve. Il francese non rispetta l'ordine di scuderia di far passare il compagno di squadra a Imola, nel 1982, dopo una battaglia fantastica (video): le Ferrari arrivano in parata, prima e seconda, ma Villeneuve promette che non gli parlerà mai più. Due settimane dopo muore a Zolder mentre in prova cerca di battere il tempo di Pironi.
Senna vs Prost – Insieme a Lauda-Hunt è la rivalità più forte, più completa, un'opposizione totale e totalizzante fra due stili di guida e due personalità agli antipodi. Nel primo capitolo di un duello decennale c'è già l'epifania di quel che sarà. È l'indimenticabile Gp di Monaco 1984, quando nasce il mito di Senna “re della pioggia”. Al volante della piccola Toleman, il brasiliano vola curvando senza frenare come ha imparato sui kart sull'asfalto fradicio. Si lancia in una rimonta strepitosa, fino al secondo posto. E’ a 7 secondi dalla McLaren di Prost, quando il francese all’ingresso del tunnel alza il braccio e chiede di fermare la corsa. E il direttore Ickx lo accontenta. “Mi suona strano che quella bandiera rossa sia uscita proprio quando io ero molto più veloce di Prost” dirà Senna che ritroverà il Professore come compagno di squadra in McLaren, la macchina migliore del Mondiale, nel 1987. La coppia scoppia molto presto. «Gli ingegneri che lavoravano sui motori erano più favorevoli ad Ayrton perché lui era il samurai”afferma oggi il francese «mentre io ero visto quasi come un computer». Dopo un duello entusiasmante in Francia (video), all'Estoril solo l'accelerazione in extremis di Prost evita il contatto sul rettilineo dei box. Senna vince così il suo primo Mondiale nel 1988. L'anno successivo la resa dei conti è fissata a Suzuka, all'ultima gara. Al 46mo giro, Senna prova il sorpasso in una chicane dove superare è di fatto impossibile. Lo scontro è inevitabile. Il brasiliano riesce a riprendere, anche con l'aiuto dei commissari, recupera posizioni e vince. Ma solo dopo l'arrivo gli comunicano di averlo squalificato. Ayrton vive quella decisione come una profonda ingiustizia e pensa di lasciare la Formula 1. I due non possono restare nella stessa squadra. Prost passa in Ferrari. Ancora una volta, i conti si fanno a Suzuka. Di nuovo, Senna è in pole. Prost lo passa subito, ma alla prima curva Senna passa all’interno e lo butta fuori pista. I due si stuzzicano ancora, a distanza: nel '92 Senna gli dà del codardo (video) e il Professore si fa un altro nemico, Nigel Mansell, che preferisce lasciare la Formula 1 dopo il trionfo mondiale del 1992 per non avere Prost come compagno di squadra alla Williams. È l'ultima stagione in F1 del Professore, e alla sua ultima gara Senna sancisce la pace invitandolo a salire sul gradino più alto del podio con lui (video). Al suo posto Frank Williams vuole proprio Senna, che accetta con soddisfazione doppia. È il pilota più veloce, sulla macchina più veloce. E l'ha tolta al Professore. Il resto è storia.
Schumacher vs Hakkinen – Dopo la tragedia di Imola, la responsabilità di vincere il titolo in casa Williams è tutta sulle spalle di Damon Hill. Ma all'ultima gara, in Australia, Schumacher va largo, tocca la barriera e alla curva successiva travolge Hill. Un incidente che gli consente di laurearsi campione del mondo. L'anno dopo la tensione fra i due aumenta, si scontrano a Silverstone e a Monza. Nel 1997, Schumacher tenta di vincere un altro titolo speronando il rivale. Ma a Jerez la manovra contro Jacques Villeneuve non riesce. Il canadese vince il Mondiale e Mika Hakkinen firma il primo successo in F1. Il canadese è il più grande rivale di Schumi: si sono già affrontati, e scontrati, in un memorabile GP di Formula 3 a Macao. I due si rispettano, hanno un ottimo rapporto fuori dalla pista (ricordate Hakkinen che mette il braccio intorno alle spalle di Schumi in lacrime in conferenza stampa a Monza nel 2000?) e si dividono il titolo per i successivi quattro anni. Il finlandese vince gli ultimi due del secondo millennio, Schumi i primi due del terzo iniziando l'era di dominio in Ferrari. Il loro duello si può sintetizzare in un momento, il doppio sorpasso del finlandese che riesce a passare Schumacher e a doppiare la BAR di Zonta all'Eau Rouge, a Spa, nel 2000. E' forse il più bel sorpasso nella storia della Formula 1. Hakkinen vince quella corsa, ma è il tedesco che inaugura un lustro senza precedenti di titoli mondiali consecutivi. Ma il legame resta, anche dopo l'addio alle corse. "Michael, non ti arrendere. Continua a combattere, come siamo abituati a fare in pista. Ma stavolta non cercare di arrivare primo, prenditi il tempo necessario. In questa corsa la cosa più importante non è ottenere il primo tempo. Consideralo un favore a me" ha scritto Hakkinen a Schumacher mentre era in coma.
I duelli recenti – Gli ultimi anni hanno visto esplodere soprattutto rivalità fra compagni di squadra. E Hamilton ne sa qualcosa. La stagione vissuta al fianco di Alonso in McLaren ha raggiunto punte di tensione ben superiori alla guerra attuale con Rosberg. Almeno il tedesco non è ancora arrivato a ricattare la squadra per sabotarlo, come fece l'asturiano in quel 2008 sullo sfondo dello spygate. Allora la lotta interna favorì Kimi Raikkonen, che vinse il Mondiale. La storia si ripeterà anche quest'anno?