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Marquez vs Rossi, non finirà mai: i duelli che hanno infuocato la MotoGP

Tre anni fa, proprio in Argentina, il primo capitolo di una rivalità che rischia di scatenare una nuova guerra tra i due spietati rivali.
A cura di Valeria Aiello
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Rossi a terra dopo lo scontro con Marquez in Argentina / MotoGP.com
Rossi a terra dopo lo scontro con Marquez in Argentina / MotoGP.com

È successo ieri, ancora una volta, sotto il cielo aperto del GP d’Argentina. Una manovra, quella di Marc Marquez che, dopo il ride through per guida irresponsabile per la carenata con Aleix Espargaro e anche il rifiuto di obbedire ai commissari che lo strattonavano per farlo tornare in pit-lane, quando in griglia gli si è spenta la moto – gli è costata un’ulteriore penalità di 30 secondi a fine gara. Oltre, soprattutto, la furiosa reazione di Valentino Rossi che ha pericolosamente riacceso gli animi dei tifosi.

La rivalità tra Rossi e Marquez non arriva da troppo lontano. Fino a pochi anni fa a raccontare una storia di amiconi erano proprio loro due. “Valentino è il mio idolo, ho il suo poster in camera” cinguettava lo spagnolo appena sbarcato in MotoGP, nel 2013. L’anno dopo il Dottore lo invitò addirittura a girare al Ranch, ospite d’onore della sfida a suon di derapate in una giornata di puro divertimento. Tra i due erano abbracci e complimenti, anche dopo sorpassi fotocopia di storiche manovre di Valentino, come quello nel 2008 con Casey Stoner al Cavatappi, a Laguna Seca, per il quale nel 2014 Rossi scherzò con ammirazione: “Gli chiederò il copyright”. Succede poi che Marquez vince due mondiali sbaragliando la concorrenza, mentre Rossi torna ad essere competitivo con la sua Yamaha.

Il primo duello in Argentina

Tre anni fa, il 19 aprile 2015, proprio in Argentina, si consumava il primo capitolo di una spietata rivalità: Valentino, che rimontava dall’ottava casella, a due giri dal termine si ritrovò davanti solo Marquez, fino a quel momento in testa alla corsa: dal quel momento inizio un duello serrato tra i due, con Rossi che ci provava ad ogni curva e Marc che, più lento, provava a rispondere chiudendo la porta. Decisivo il secondo attacco con cui Rossi svernicia Marquez ma il cambio di traiettoria finisce per tradire lo spagnolo, gambe all’aria dopo che con il suo anteriore tocca la gomma posteriore della Yamaha del Dottore.

Ad Assen scoppia la guerra

L’odio esplode ad Assen, il 17 maggio 2015: all’ultima curva dell’ultimo giro Rossi è davanti ma Marquez tenta una manovra disperata: ne deriva un contatto che spedisce Valentino fuori traiettoria, taglia l’ultima chicane, rientra in pista e vince.  È il punto di non ritorno, in seguito al quale Marquez si convince che il Dottore gli sta facendo perdere il terzo mondiale, pianificando un piano di disturbo. Mentre Rossi comincia a dare ascolto a chi, da mesi, gli diceva di non fidarsi troppo dei sorrisi dello spagnolo.

Il calcio di Sepang

A Phillip Island, il 18 ottobre 2015, la condotta di Marquez finisce al centro delle polemiche. E Valentino lo ribadisce nella conferenza stampa di apertura in Malesia, accusando lo spagnolo. “Marquez favorisce Lorenzo, ce l’ha con me per l’Argentina e l’Olanda”. Marquez se la prende ancora di più e, in gara a Sepang, il 25 ottobre 2015, esce allo scoperto, ostacolandolo il campione di Tavulia in un botta e risposta da togliere il fiato. Al settimo giro, Marquez va largo all’esterno, Rossi lo passa all’interno, lo guarda e allarga la traiettoria. Marc si rifà sotto ed entra in contatto, finendo per cadere dopo aver toccando con la leva del freno la gamba di Valentino. Rossi viene sanzionato con tre punti di penalità che, sommati al punto già inflitto a Misano, lo hanno poi costretto a scattare dal fondo dello schieramento del GP successivo, a Valencia, perdendo il titolo per soli 5 punti da Lorenzo.

Stavolta niente scuse

Dalla vicenda che ha avvelenato quella stagione ci sono volute due stagioni per stemperare gli animi dei tifosi e ricostruire tra i due un rapporto, seppur di circostanza, che provasse a mettere da parte le tensioni andate ma mai archiviate, polemiche pronte a riaffiorare più cattive di prima. Ieri, in Argentina, si sono visti i veleni di un epilogo difficile da smaltire: “Come nel 2015, quando mi ha fatto perdere il mondiale apposta. Non può succedere che lui va a sbattere contro sei piloti in un weekend. Può capitare, capita a tutti, anche a me in passano, ma così lo fai apposta”. Reazione furiosa del pesarese che, rispedite le scuse al mittente, stavolta va giù duro: “Le scuse, una presa per il culo. Viene a fare pubbliche relazioni davanti alle telecamere con Puig e Alzamora, continua a fare ciò che vuole. Non si possono accettare scuse, deve starmi lontano e non mi guardi più in faccia, abbia almeno il pudore di non prendermi in giro”. Marquez ha provato a buttare acqua sul fuoco: “Non ho mirato nessuno, cercavo di recuperare e ho chiesto scusa. Con Valentino non ho fatto niente di pazzo, mi si è chiuso l’anteriore e ci siamo toccati. Non ha accettato le scuse, cosa che rispetto”.

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