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Marussia in amministrazione controllata. Due industriali indiani tra i possibili acquirenti

Dopo la notizia dell’assenza a Austin e Interlagos ecco un altro scossone in casa Marussia. Intanto si fanno già nomi di nuovi possibili acquirenti: si tratta di due fratelli indiani magnati dell’industria dell’acciaio.
A cura di Vito Lamorte
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Da questa mattina la Marussia è entrata in amministrazione controllata. FRP LLP ha nominato Geoff Rowler per amministrare la Manor Gran Prix Racing Limited, la società che ha permesso alla Marussia di far correre le due monoposto nel Mondiale di Formula 1. Per ora l'unica certezza è che le due vetture della scuderia di Banbury non gareggeranno sul circuito di Austin per il Gran Premio degli Stati Uniti e per quello del Brasile a Interlagos, ma non è stata esclusa la possibilità che si possano rivedere nell'ultima gara del Mondiale ad Abu Dhabi. Geoff Rowler ha affermato che la Marussia non chiuderà i battenti per il momento, visto che sono in corso delle trattative con possibile investitori che potrebbero dare continuità al progetto. Due fratelli anglo-indiani, magnati dell'industria dell’acciaio, starebbero trattando l’acquisizione del team per una cifra che si aggira sui 55 milioni di sterline. Secondo quanto riferisce il Telegraph, Baljinder Sohi e Sonny Kausha potrebbero rilevare la scuderia di Banbury. Il Chief Executive della Marussia, Andy Webb, sarebbe in trattativa da alcune settimane per definire la cifra dell’operazione ma per ora tra la domanda e l'offerta c'è una distanza di 10 milioni di sterline. I due industriali sembrano molto determinato ad andare fino in fondo e fanno sapere: "Siamo vicini a un accordo, ma deve essere al giusto prezzo. Abbiamo fatto un’offerta seria e vedremo cosa accade".

Dal suo ingresso nel circus, la Marussia, secondo le cifre riportate ieri dal Daily Mail, ha accumulato perdite nette combinate di  140 milioni di sterline, mentre il Telegraph parla di debiti che si avvicinano ai 30 milioni di sterline. In quest'ultima cifra rientrerebbero anche i costi per la fornitura dei motori Ferrari, di cui si dovrebbero far carico i nuovi acquirenti.

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