MotoGp, come arrivano i piloti a Motegi? Marquez on fire, Dovi e Viñales sotto pressione
Dopo tre settimane di pausa la MotoGP torna in pista. Si riparte dal GP del Giappone, la quindicesima prova stagionale, la quart’ultima prima del termine del Mondiale che si concluderà il 12 novembre a Valencia. Una tappa fondamentale quella del Twin Ring, e non solo perché è la casa di tre costruttori che hanno contribuito alla storia del motociclismo (Yamaha, Honda e Suzuki). A Motegi infatti la lotta iridata entrerà ancora di più nel vivo dati i pochi punti che rimarranno poi in palio nei successivi 3 GP conclusivi.
Marc Marquez, primo in classifica generale, tenterà di allungare il suo vantaggio con gli inseguitori Andrea Dovizioso e Maverick Viñales che invece proveranno in tutti i modi a complicargli la riconferma iridata limando il gap di punti accumulato fin qui. Ormai fuori dai giochi per l’alloro sembrano essere al contrario Valentino Rossi e Dani Pedrosa con troppe lunghezze da recuperare al leader attuale in così poche gare. Già matematicamente escluso dalla lotta addirittura Jorge Lorenzo. Questo il quadro generale, ma andiamo adesso a vedere come arrivano i singoli protagonisti a questo GP del Giappone.
Marc Marquez: a casa Honda per bissare il 2016
Marc Marquez sicuramente è quello che ci arriva meglio. Vincitore delle due gare (Misano e Aragon) che hanno preceduto questo week end nipponico, che fanno 4 successi (un secondo posto e un ritiro) nelle ultime 6 e la leadership provvisoria della classifica iridata. Arriva nel Paese del Sol Levante con la possibilità di piazzare una seria ipoteca sul titolo poiché un eventuale trionfo a Motegi potrebbe dargli una gara di vantaggio sugli immediati inseguitori: una situazione non proprio scomodissima quando ne mancherebbero poi solo tre alla conclusione della stagione. Il tutto su una pista (di casa per la Honda) che lo potrebbe avvantaggiare e sulla quale lo scorso anno vinse gara e titolo iridato. Una pista che da 2 anni ha visto solo successi delle moto dall’ala.
Andrea Dovizioso: non sono più ammessi errori
Ci arriva con un po’ più di pressione Andrea Dovizioso, secondo in classifica iridata a 16 punti da Marquez. Dopo il “disastroso” 7° posto di Aragon, passo falso che ci sta ma arrivato proprio nel momento peggiore, il Dovi si presenta a Motegi senza alcuna possibilità di errore. Se davvero lui e la Ducati vorranno contendere il titolo al Cabronçito fino a Valencia in Giappone non si può fallire. Di buon auspicio il fatto che la Desmosedici è migliorata molto rispetto allo scorso anno e qui nel 2016 il forlivese sempre in sella alla rossa di Borgo Panigale aveva conquistato un ottimo secondo posto proprio alle spalle del catalano.
Ultima chiamata per Maverick Vinales
Se per l’italiano la pressione sarà tanta, figurarsi quale sarà quella che attanaglierà Maverick Vinales, ora terzo in graduatoria a 28 punti dal connazionale. Rimasto l’unico pilota Yamaha in lizza per il titolo il 22enne di Figueres è già alla sua gara da dentro o fuori, avendo già una corsa di ritardo (25 sono i punti massimi ottenibili in un GP). Per non alzare bandiera bianca dovrà fare meglio della pur ottima prova disputata nel Paese del Sol Levante lo scorso anno, quando con la Suzuki riuscì a conquistare il terzo gradino del podio.
L’importanza degli “scudieri di lusso”: Pedrosa sì, Rossi e Lorenzo ‘nì’
La sfida per il titolo iridato dunque, partendo proprio dal Giappone, sarà ridotta a questi tre corridori ma saranno fondamentali anche le prestazioni dei loro compagni di scuderia. E se sembra quasi certo che Dani Pedrosa, come ha già fatto in passato, si metterà a disposizione della squadra e di Marc Marquez per consentirgli di centrare il sesto titolo di campione del mondo. Ci sono invece molti più dubbi sulla disponibilità di Jorge Lorenzo e di Valentino Rossi a fare gioco di squadra, sacrificando magari anche le proprie ambizioni personali, per aiutare Andrea Dovizioso e Maverick Vinales in questo assalto al titolo mondiale della MotoGP. E alla fine anche questo potrebbe favorire il back-to-back del Cabronçito.