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MotoGP, Lorenzo alla prima Honda: “Qui è tutta un’altra storia”

Il maiorchino a Madrid insieme al nuovo compagno di squadra Marc Marquez per la sua prima uscita con i colori della nuova squadra: “Quando sono arrivato al box ho capito subito che è un altro livello”.
A cura di Valeria Aiello
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Un guaio dopo l’altro ma Jorge Lorenzo non ha mancato l’appuntamento con la presentazione Honda di oggi a Madrid, nelle sede dello sponsor principale Repsol per la sua prima uscita ufficiale con i colori della nuova squadra dopo i due anni trascorsi in Ducati.

Lorenzo: "Ho capito subito che è un altro livello"

Sono colori molto belli ed è un grande onore per me indossare questi colori, hanno scritto una storia spettacolare. Ho avuto la fortuna di correre in altre squadre che a loro volta hanno avuto una grande storia, ma devo dire che, quando sono arrivato in Honda, ho capito che la squadra è a un altro livello” ha detto il maiorchino, sul palco insieme al nuovo compagno di squadra Marc Marquez e i campioni Honda Mick Doohan e Alex Crivillé, al centro dell’evento con cui si è aperta la celebrazione dei 25 anni di collaborazione tra Repsol e HRC.

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Anche già arrivando ai box, si capisce da come tutti si concentrano sui dettagli e dalla precisione su tutte le parti della moto. La qualità che c’è nello staff è qualcosa di un altro livello, è il sogno di qualsiasi pilota. Io ci sono arrivato un po’ tardi, dopo i 30 anni, ma non è mai troppo tardi” ha aggiunto Lorenzo che, nonostante l’intervento di lunedì scorso al braccio sinistro, ha regolarmente indossato la tuta da gara: “Mi ha già sorpreso riuscire a metterla, ma vedremo come andranno le cose. Chiaramente non mi aspettavo di farmi male tre giorni prima di dover presentare la moto. Quindi cerchiamo di affrontare in modo positivo”.

Già deciso che salterà i prossimi test di Sepang. “Sì, sarebbe stato troppo complicato, un osso come lo scafoide è uno dei peggiori che ci si può rompere, visto che è nella mano, ma nuovi interventi avanzati possono permettere tempi di recupero più veloci rispetto al passato. Il mio caso poteva richiedere anche sei o sette mesi di recupero, ma chiaramente arrivare tra quindici giorni a Sepang sarebbe stato davvero troppo poco. Tanto dolore e non ne sarebbe valsa la pena. L’obiettivo è arrivare in forma in Qatar”.

Le mie sensazioni nei test di Valencia? Non ero al cento per cento già a Valencia, perché mi ero già fatto male al piede e alla spalla, ma credo che una volta che sarò al 100% e avrò fiducia, il processo di adattamento alla nuova moto sarà molto rapido, perché la moto mi è piaciuta molto nei test, è molto agile ed entra bene in curva. Ovviamente la moto perfetta non esiste però, in generale, sono stato accolto con grande affetto quando sono arrivato”.

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