Schumacher, una speranza mai tramontata
Sono passati quasi nove mesi da quel maledetto 29 dicembre quando Michael Schumacher rimase vittima di un incidente di sci sulle Alpi francesi a Meribel. Ora il sette volte campione del mondo sta per tornare a casa, nella sua grande proprietà svizzera a Gland, sul lago di Ginevra, per poter continuare la riabilitazione che ha iniziato in un Centro ospedaliero di Losanna dopo aver passato oltre mezzo anno in ospedale a Grenoble. L'ex campione della Ferrari da metà giugno è stato trasferito in Svizzera per iniziare una lenta ripresa. Un calvario durato nove mesi, durante i quali la famiglia dell'ex pilota tedesco ha dovuto stare vicino a Michael e combattere contro quanti hanno cercato di distruggere l'intimità di un momento così delicato. Dalla Formula 1, e non solo, non sono mancati l'appoggio e il sostegno a Schumacher in questi nove mesi e la lettera che la moglie ha scritto in occasione del Gran Premio di Germania ne è la riprova. Ripercorriamo le tappe principali della vicenda:
L'incidente
Il 29 dicembre 2013 Michael Schumacher cadde e battè la testa su una roccia durante una giornata di sci a Meribel, Francia. Il pilota tedesco riportò un grave trauma cranico. Ricoverato in coma, venne operato più volte ma le condizioni non erano rassicuranti. Il giorno successivo all'incidente venne aperto un fascicolo sull'accaduto ma il procuratore informò che Schumacher aveva scelto deliberatamente di andare nella zona della caduta. A distanza di settimane le condizioni erano "stabili". Esattamente un mese dopo l'incidente Sabine Kehm, la portavoce di Michael, fece sapere che i sedativi somministrati a Michael stavano per essere ridotti per iniziare un processo di risveglio che sarebbe potuto durare molto tempo. Il 17 febbraio 2014 la magistratura francese chiuse l'inchiesta aperta su quanto era accaduto a Meribel dichiarando: "Non è stata rilevata alcuna infrazione a carico di chicchessia".
La speranza
Dal mese di marzo in poi i segnali danno sempre più speranza alla famiglia e ai tifosi del tedesco. La Kehm parla spesso di "piccoli segnali incoraggianti" tanto che il 4 aprile fa sapere che "Schumacher ha momenti di coscienza e di veglia". Mentre agli inizi di giugno un ex medico della Formula 1 affermava che non ci sarebbero state buone notizie sulle condizioni di Michael, intorno alla metà di giugno, precisamente il giorno 14, il settimanale tedesco Bunde scriveva che Schumacher era stato trasferito al reparto riabilitativo dell'ospedale di Grenoble per prepararlo ad un trasferimento in una clinica specializzata nella riabilitazione. Due giorni dopo, il 16 giugno, arriva la notizia che tutti aspettavano da mesi: "Schumacher non è più in coma e si appresta a lasciare l'ospedale di Grenoble". L'ex pilota venne trasferito in ambulanza al centro di riabilitazione dell'ospedale universitario del Vaud a Losanna, in Svizzera. Come riportava il portavoce Christen: "Michael Schumacher intraprenderà un nuovo cammino di riabilitazione nella piena riservatezza e privacy del campione e della sua famiglia".
Il furto
Il 25 giugno 2014 un anonimo ha offerto ai media dati contenuti nella cartella clinica di Schumacher in cambio di 50mila euro ma il 6 agosto a Zurigo viene trovato morto l'uomo arrestato perchè sospettato del furto dei dati clinici. Lavorava per la società di trasporti che aveva curato il trasferimento dell'ex pilota di Formula 1 da Grenoble a Losanna. A rendere noto il drammatico caso legato alle informazioni della cartella clinica del campione tedesco è stato il pubblico ministero di Zurigo.
Il ritorno a casa
Il 3 settembre scorso, alcuni media tedeschi, avevano ipotizzato un rientro in famiglia di Schumacher per Natale a circa un anno dall'incidente ma a distanza di una settimana Sabine Kehm, portavoce del campione del mondo, annuncia che il pilota può tornare a casa ma dovrà continuare a sottoporsi alla lunga riabilitazione.
La riabilitazione
Dopo il suo ritorno a casa è stato appurato che la causa di problemi cerebrali era la la stecca della piccola telecamera GoPro montata sul casco e che ha colpito il cervello. Il 23 ottobre il dott. Jean-Francois Payen, uno degli specialisti che ha curato Michael Schumacher dopo l'incidente sulle nevi di Meribel, ha parlato dei tempi di recupero dell'ex pilota e ha spiegato: "La vita dopo un infortunio alla testa è caratterizzata da diversi step". Di qualche giorno fa sono le voci sulla cifra che la famglia Schumacher spende a settimana per le cure dell'ex campione del mondo: 160.000 sterline. Intanto il 13 novembre ricorre il ventennale del primo titolo vinto da Michael con la Benetton in Australia. Con la speranza di vederlo presto con la grinta che lo ha sempre contraddistinto: #ForzaSchumi non smettere di lottare!