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Bernie Ecclestone: porterò la F1 a New York

Se ne parlava già nel 2012 e nel 2013, ma non si sono trovati i fondi. A Montreal, però, Bernie Ecclestone ha incontrato ancora il promotore Leo Hindery. Il progetto del gran premio sulle rive dell’Hudson è ancora vivo. Spinto anche dall’interesse crescente per la F1 negli Usa.
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I wanna be a part of it, New York, New York. Bernie Ecclestone proprio non vuole rinunciare a vedere un gran premio di Formula 1 con la skyline della Grande Mela a fare da sfondo. Già previsto in calendario nel 2012 e nel 2013, il Grand Prix of America è stato sempre cancellato perché Leo Hindery, magnate newyorchese dei media, fondatore della tv dei New York Yankees (YES Network) e promotore del gran premio, non è riuscito a trovare finanziatori per coprire il progetto da 100 milioni di dollari. Ma l’obiettivo di una seconda gara negli Stati Uniti dopo il GP di Austin, in Texas, con l’ulteriore prospettiva dell’ingresso di una scuderia a stelle e strisce dal prossimo Mondiale, rimane. E il padrone della Formula 1 ha rilanciato le possibilità che il sogno diventi realtà, magari non l’anno prossimo ma in un futuro non troppo lontano nell’incontro con Hindery a Montreal lo scorso weekend.

F1 a New York, le origini – Dopo le due edizioni della Coppa Vanderbilt a Long Island nel 1936 e nel 1937, l’automobilismo ha lasciato New York per quasi mezzo secolo. Il progetto di portare la Formula 1 nell’area metropolitana della Grande Mela nel 1983 è presto sfumato, e dal 1984, fino al 1991, al Meadowlands Sports Complex si è corsa solo la Formula CART. Riportare le corse a New York diventa così il grande sogno di Hindery, che è stato anche pilota dilettante, ha partecipato quattro volte alla 24 ore di Le Mans e ha anche vinto nella classe GT2, piazzandosi al decimo posto assoluto su una Porsche 911 GT3-RSR in squadra con Mike Rockfeller e Marc Lieb. Cresciuto in ambiente gesuita, grande finanziatore del Partito Democratico, fa parte dei capitalisti che nel 2010 si sono riuniti nel gruppo dei Patriotic Millionaires che hanno chiesto di pagare più tasse, di abolire i benefici fiscali dell’era Bush per chi guadagna più di un milione all’anno e si è battuto per aumentare il salario minimo. “Come possiamo credere al sogno americano” ha dichiarato, come riportato da USA Today, “se il 10% della popolazione accumula metà della ricchezza? Non è etico, è immorale, ma è anche negativo per l’economia. Chi sostiene il contrario, vuole solo arricchirsi senza pensare a quello che accadrà al resto della nazione”.

Il circuito – Vagliate diverse opzioni, Hindery ha anche individuato l’area nei pressi dell’Hudson e Tilke ha progettato il circuito. Si parte nelle vicinanze del terminal dei traghetti di NY Waterway, si attraversa l'Hudson River Waterfront Walkway prima di salire la Hudson Palisades lungo Pershing Road. Il tracciato prosegue sul Boulevard Easte poi scende lungo Hillside Avenue e ritorna a sud del terminal traghetti attraverso il Boulevard Port Imperial. L’allora campione del mondo Sebastian Vettel ha provato per primo il percorso in un test promozionale del giugno 2012. “Questo posto è eccezionale” ha spiegato. Ad agosto, poi, anche David Coulthard ha girato in alcune parti del circuito per un video promozionale della Red Bull.

Money for nothing – Per la promozione, Hindery si è affidato, come consulente, a una delle figure di riferimento in questo settore, Humpy Wheeler. Prima giornalista, poi direttore di una televisione, poi imprenditore edile, all’inizio degli anni ’70 diventa direttore della divisione corse della Firestone Rubber & Tire Co, storica azienda produttrice di pneumatici venduta nel 1988 alla Bridgestone. Nel 1975 Bruton Smith, leggenda del motorsports Usa entrato nella Hall of Fame nel 2007, lo chiama a gestire il Charlotte Motor Speedway: insieme porteranno Charlotte al centro della geografia della NASCAR. Ma al momento di trovare i soldi, l’affare si è maledettamente complicato. Per sostenere l’ultimo tentativo di riportare la Formula 1 a New York, nel 2013, il F1 Group ha anche prestato 10 milioni al Port Imperial Racing Associates (PIRA), che avrebbe dovuto organizzare il gran premio, e Hindery, secondo quanto riportava il Daily Telegraph, ha messo anche di più, di tasca sua. Per coprire il resto, PIRA ha richiesto l’aiuto di UBS che però non ha trovato abbastanza investitori da coprire la somma.

Usa e F1, nuovo amore – Non è certo un gran segreto la ragione di questo rinnovato amore per la Formula 1 dopo il ritorno del GP degli Usa a Austin nel 2012. Dall’anno scorso i diritti di trasmissione del Mondiale negli Stati Uniti sono passati da Fox alla NBC Sports Network, che ha scommesso con successo anche sull’acquisizione della Premier League, manda in onde tutte le gare sui tre canali NBC, NBCSN e CNBC con ascolti in continua crescita. Nel 2014, 11,4 milioni di telespettatori hanno assistito ai 19 gran premi del Mondiale (quasi due milioni in più del 2013), che è diventato il più visto di sempre su un singolo network via cavo negli Usa, secondo i dati Nielsen. E quest’anno, nonostante il fuso orario, 400 mila persone in media hanno seguito su NBCSN la prima vittoria di Vettel con la Ferrari, in Malesia: era dal GP di Germania del 1997 che un GP in orario notturno non raggiungeva ascolti medi così elevati negli Stati Uniti. Un incremento, ha dichiarato a Forbes Luke Smith, giornalista di punta della Formula 1 per NBCSN, “l’aumento di pubblico è in gran parte dovuto al ritorno di un gran premio negli Usa, e anche al fatto che il Circuit of Americas è un impianto pensato solo per la Formula 1, dunque diverso da ogni altro, che non ha ancora mai ospitato l’IndyCar o la NASCAR. C’è sicuramente la voglia di organizzare un secondo GP, ma bisogna seguire l’esempio di Austin: non affrettare i tempi”.

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