F1, Gp Monaco: da Trintignant a Schumacher, le 8 vittorie Ferrari a Montecarlo (foto)
Otto vittorie. Otto gemme in rosso a Montecarlo. La Ferrari non si impone nel circuito più affascinante del mondo, a Montecarlo, dal 2001 quando Michael Schumacher ha firmato la sua terza vittoria nel Principato al volante della Rossa e si è avviato al secondo titolo mondiale consecutivo. È una gara iniziata con un colpo di fortuna: la McLaren di Coulthard, che aveva conquistato la pole, si spegne prima del semaforo verde. Lo scozzese deve così partire dal fondo, una condanna su un circuito dove in 27 occasioni chi è partito dalla pole è arrivato davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi. Gli avversari di Schumi si ritirano tutti: Montoya va a sbattere al terzo giro, Hakkinen al 33mo per un problema al differenziale, e il tedesco chiude la gara con il quinto successo in carriera davanti al compagno di squadra Barrichello. Da allora sono arrivati due secondi posti, sei terzi posti, e due imprese che non valgono il podio ma restano nella memoria: Schumi che arriva quinto nel 2006, e Alonso che chiude sesto nel 2010, entrambi dopo essere partiti dalla pit lane.
Le vittorie di Schumi – Il tris di successi in Ferrari di Schumacher a Montecarlo inizia nel 1997: una gara perfetta per il re della pioggia. Schumi si ritrova al comando dopo un giro e in due tornate guadagna 9 secondi. La corsa di fatto si decide già al secondo giro. Dopo la chicane del porto Coulthard va in testacoda, Hakkinen tampona Alesi, Irvine si tocca con Damon Hill. Restano in pista solo Alesi e Irvine. Villeneuve e Frentzen, che hanno scelto le gomme slick, devono tornare ai box. Via via vanno a sbattere Trulli, Ralf Schumacher, Herbert e Michael Schumacher accumula 20 secondi sulla Stewart di Barrichello, secondo. Al giro numero 17 si ritirano anche Alesi e Villeneuve mentre Schumacher veleggia verso la vittoria con un solo brivido, esce lungo al 52mo giro alla Sainte Devote, e sorpassa Villeneuve nel mondiale. Due anni dopo, nel 1999, Schumi e Irvine firmano a Montecarlo la prima doppietta stagionale per la Ferrari. Al via i piloti del Cavallino superano Hakkinen e Coulthard, che deve ritirarsi al 36mo giro per un problema al cambio. Dopo la sosta ai box, Irvine si ritrova davanti a Hakkinen e conquista il secondo posto. È l'ultimo colpo di scena della corsa.
Il primo sigillo – È il “Pilota gentiluomo”, Maurice Trintignant, il primo a portare il Cavallino nell'albo d'oro del GP di Montecarlo. Ultimo dei quattro figli di un produttore di vino di Nimes, nel 1933 perde il fratello Louis, pilota morto in un incidente con la sua Bugatti. Maurice riacquista e fa riparare quella vettura e inizia a correre nel 1938. Vince due volte il Gran Prix des Frontières, la gara che si svolge tra Francia e Belgio, e nel 1948 rischia la vita in un incidente a Berna: resta in coma per giorni, ma si riprende e ricomincia a correre. Nel 1954 porta la Ferrari al successo alla 24 Ore di Le Mans insieme a Froilan Gonzalez e diventa pilota ufficiale della Rossa al Mondiale di Formula 1. Il 22 maggio 1955 entra nella storia della Ferrari e non solo. La sua vittoria a Monaco non è solo la prima per la scuderia di Maranello nel Principato, è anche la prima in assoluto per un pilota francese in Formula 1. Nonostante una vettura non eccezionale e una pessima qualifica, a metà gara è quinto con un minuto di ritardo da Fangio, che viene abbandonato dalla sua Mercedes. Al comando passa il britannico Stirling Moss, che non toglie mai il piede dall'acceleratore e all'80mo giro vede esplodere il motore. Così è Ascari ad andare in testa, ma il pilota della Lancia perde il controllo e finisce in acqua: dopo tre ore e 100 giri, Trintignant vince il Gran Premio. Due anni dopo trionferà ancora, a bordo di un Cooper – Climax. Dopo essersi ritirato nel 1960, è stato sindaco di Nimes e si è messo a produrre vino, passione ereditata da suo nipote Jean–Louis Trintignant, il protagonista del Sorpasso che ha interpretato anche un pilota di Formula 1 in Un uomo e una donna di Claude Lelouch.
La doppietta di Lauda – Passano vent'anni prima che un altro pilota vinca a Monaco su una Ferrari. È l'edizione 1975, che si apre con l'annuncio del ritiro di Graham Hill dopo la sua mancata qualifica. Piove per tutta la notte di sabato e la mattina di domenica, ma alla partenza il cielo si apre e la pista, ancora umida, si asciuga giro dopo giro. Lauda parte dalla pole-position, la Shadow di Jean-Pierre Jarier sale al secondo posto alla prima curva ma va a sbattere già durante il primo giro. Il compagno di squadra Tom Pryce sbatte due volte contro le barriere e si ritrova dietro Emerson Fittipaldi e la Tyrrell di Jody Scheckter. Al 65mo giro, Lauda ha 15 secondi di vantaggio sul brasiliano. Dieci tornate più in là il vantaggio si è ridotto a 3 secondi. Mancano tre giri rispetto ai 78 previsti, ma sono passate le due ore e i commissari sventolano la bandiera a scacchi. Per Lauda è la prima vittoria in F1 dopo il GP di Germania dell'anno prima. L'anno successivo, il Mondiale della rivalità con James Hunt e dell‘incidente al Nurburgring raccontati nel film Rush, Lauda si ripete e festeggia la sua undicesima vittoria nel Mondiale. È velocissimo già dai primi giri e stacca Hans-Joachim Stuck, lo svedese della March, mentre Hunt, partito indietro, perde posizioni per evitare il contatto con Jochen Mass e Vittorio Brambilla all'ottavo giro. Al 26mo giro si ritira Ronnie Peterson, che perde il controllo alla Rascasse, mentre Fittipaldi viene scavalcato prima da Laffite (bella manovra alla Sainte Devote), il francese della Ligier che soffrirà per un problema al cambio a metà gara, poi da Stuck e Mass. Nel finale di gara l'altro ferrarista, Clay Regazzoni, agguanta il terzo posto ma al 74mo giro, mentre cerca di attaccare Scheckter, va fuori alla Rascasse. Lauda rimane primo per tutta la gara e vince davanti al duo della Tyrrell Scheckter-Depailler.
Scheckter e i sei superstiti del 1979 – Solo sei piloti arrivano al traguardo del GP di Monaco 1979, solo quattro a pieni giri. Jody Scheckter, passato alla Ferrari, conquista la sua ultima pole nel Mondiale, davanti al compagno di squadra Gilles Villeneuve, infilato da Lauda al primo passaggio alla Sainte Devote. Ma al terzo giro, alla stessa curva, il canadese di riprende la seconda posizione. Le scintille ci sono tutte, il fuoco lo accede Didier Pironi, che nel 1981 passerà in Ferrari ma dovrà dire addio alle gare dopo il drammatico incidente sulla pista bagnatissima di Hockenheim nel 1982 quando cerca di superare la Williams di Daly ma non si accorge della Renault di Prost che va pianissimo nascosta dalla nuvola d'acqua. Prima (giro 16) stringe la Ligier di Lafitte contro il guardrail, poi (giro 20) costringe al testacoda Patrick Depailler, e infine si impenna toccando la Brabham di Lauda al Mirabeau. Alan Jones conquista la terza posizione, ma al 44mo passaggio si ritira con una sospensione rotta. Dieci giri dopo alza bandiera bianca anche Villeneuve per un problema alla trasmissione, che tradirà anche Nelson Piquet alla 58ma tornata. Nel finale Scheckter controlla il ritorno di Regazzoni, che torna sul podio per la prima volta dal GP d'Italia del 1976, e vince. Terzo arriva Reutemann, davanti a Watson, quindi Depailler e Mass. I sei superstiti di Montecarlo
Villeneuve e la leggenda del 1981 – L'ultima vittoria della Ferrari prima dell'era Schumacher è avvolta nel mito. La 126 CK è la prima monoposto sovralimentata, con motore turbo, a imporsi nel Principato. È un giorno indimenticabile, il capolavoro di Gilles Villeneuve. Dopo il fallimento della T5, nel 1980, la Ferrari ha cambiato rotta e prodotto la prima monoposto turbo della sua storia. La 126 CK è velocissima, ma come tutte i progetti giovani è ancora acerba e instabile. Nelle qualifiche di Montecarlo, sesta prova del Mondiale, Villeneuve stupisce tutti e conquista la prima fila a soli 78 millesimi dalla pole di Piquet, la stella della Brabham di Bernie Ecclestone. La gara è ritardata di un'ora perché l'acqua usata dai pompieri per spegnere un incendio all'Hotel Loews ha allagato il tunnel. Nei primi giri, mentre Andretti e De Cesaris si toccano alla Massenet, Villeneuve perde terreno da Piquet, ma approfitta del contatto proprio alla Loews tra Mansell e Reutemann, che lo inseguono da molto vicino. Villeneuve viene superato prima dalla Williams di Jones, al Mirabeau, poi dalla Arrows di Patrese che però si ritira al 29mo giro con la trasmissione rotta. Al 53mo passaggio il colpo di scena: al Tabaccaio, durante il doppiaggio di Cheever e Tambay, Piquet va a frenare sulla parte più esterna della pista, perde il controllo e si spegne sul guardrail. Villeneuve si mantiene dietro la Williams di Alan Jones che sembra avviato verso la vittoria. Ma al 67mo giro ha problemi di pescaggio del carburante e deve fermarsi ai box. Così, a quattro giri dalla fine, Gilles lo passa sul traguardo, va a prendersi la quinta vittoria in carriera, si lancia nell'olimpo dei grandi e fa salire la Febbre Villeneuve.