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Lorenzo da leader al Mugello. Marquez e Rossi in 12 punti: sfida apertissima

Una caduta a testa da inizio stagione per i tre protagonisti della MotoGp, ricompattati in classifica dall’errore del Cabroncito a Le Mans. Tornato in modalità “Martillo” il campione del mondo in carica ha annichilito gli avversari in Francia, mentre Valentino limitava i danni con un’insperata piazza d’onore. In Italia, il maiorchino tenterà l’allungo su un circuito dove ha vinto quattro delle ultime cinque edizioni del Gran premio ma dove il Dottore punterà al risultato storico davanti al pubblico di casa. Ducati in cerca di riscatto tra problemi da risolvere e la rovente questione mercato.
A cura di Valeria Aiello
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Il countdown della sfida tricolore del Motomondiale scorre veloce, scandito da colpi di mercato che in parte verranno ufficializzati giovedì prossimo, prima che i motori tornino a rombare all’Autodromo Internazione del Mugello per il sesto round del calendario iridato, il GP d’Italia, giunto alla 26esima edizione sotto la gestione Ferrari. Negli ultimi anni, il circuito toscano non ha regalato grandi soddisfazioni ai piloti italiani che in MotoGP non vincono dall’ultimo successo di Valentino Rossi, datato 2008. Nelle classi minori, gli ultimi a far suonare l’inno italiano, sono stati Romano Fenati in Moto3, nel 2014 e Andrea Iannone in Moto2, nel 2012.

Lorenzo al comando del Gp di Francia 2016 / Getty
Lorenzo al comando del Gp di Francia 2016 / Getty

Lorenzo, nuovo leader "grazie" a Marquez

In top class, il gradino più alto del podio parla spagnolo dal 2010, anno della vittoria di Dani Pedrosa. Da allora, ad affermarsi al Mugello sono stati Lorenzo e Marquez, con quest’ultimo che nel 2014 spezzava il dominio del connazionale che al Mugello nella passata stagione ha portato a quota quattro le sue vittorie in sella alla Yamaha (2011, 2012, 2013 e 2015), cinque complessivamente con il primo successo in 250cc del 2006. Reduce dalla seconda vittoria stagionale a Le Mans, complice anche l’errore di Marquez, Lorenzo sbarca da leader del mondiale sul circuito toscano, con all’attivo un bottino di 90 punti iridati e un margine di 7 punti dal catalano e di 12 da Rossi. Tornato in piena modalità Martillo, il campione del mondo in carica ha mostrato grande forma fisica, forte di una Yamaha con cui ha centrato due volte l’hat trick pole-vittoria nei primi cinque round del mondiale, sempre sul podio ad eccezione dell’Argentina, e che nell’insieme, tra Lorenzo e Rossi, al Mugello vanta il maggior numero di successi dell’era MotoGP, incluse le cinque vittorie del Dottore in sella alla M1.

Marquez, primo errore da recuperare

La caduta in simultanea con Dovizioso a Le Mans, in un improbabile remake del doppio highside di Mick Doohan e Frankie Chili durante il Gp di Germania al Nurburgring nel 1990, ha ricompattato le zone alte della classifica iridata. Rientrato in pista con la moto a pezzi, il due volte iridato della Honda aveva comunque chiuso in tredicesima posizione, conquistando tre punti che forse potranno fargli comodo alla fine del mondiale e tenendo comunque fede alla promessa di traguardo fatta a Shuhei Nakamoto già a Jerez. Ma in un campionato con una Honda che tra le sue mani sembra soffrire meno difficoltà di quelle che sta soffrendo del compagno di squadra, i conti vanno fatti con le nuove gomme Michelin che, al primo anno da fornitore unico della MotoGp dopo sette anni di monopolio Bridgestone, stanno diventando un fattore decisamente determinante. La ricerca della messa a punto della moto sta facendo dannare i piloti, così come la velocità nell’adattarsi agli pneumatici che, fino ad ora, non sono mai stati gli stessi dall’inizio del mondiale.

Rossi punta a ritoccare il record

La nuova specifica al posteriore portata a Le Mans dalla Michelin era stata assegnata solo venerdì pomeriggio ai piloti: un’ulteriore step evolutivo a partire dalla carcassa più rigida introdotta a Jerez, prodotta dopo i riscontri avuti nei test privati al Mugello dai piloti Ducati, Iannone e Dovizioso. Ma Valentino Rossi era riuscito a provarla solo sabato mattina, nel terzo turno di libere, ritardando il lavoro di assetto con quella che invece sarebbe stata la soluzione ai problemi di trazione su cui si era concentrato al venerdì. Un rimando costato caro al pesarese, arrivato troppo tardi a focalizzare il setting per la gara, e solo settimo in griglia per aver sbagliato anche la strategia in qualifica per il cambio repentino di programma, dopo la caduta di Pedrosa. In gara, Valentino aveva compensato con l’esperienza, ma “quando parti dalla terza fila, soprattutto con un Lorenzo fortissimo e in pole, diventa difficilespiegava dopo l’insperata piazza d’onore di Le Mans con cui limitava i danni. La velocità di adattamento non è certo una novità, ma a differenza delle Bridgestone che da un circuito all’altro non riservavano particolari sorprese, chi con le Michelin riesce a trovare rapidamente la quadra, acquisisce un vantaggio che in gara può essere determinante. Proprio come a Jerez, dove Rossi ha azzeccato tutto. Con l’ulteriore cognizione che, in una situazione così variabile, la gestione dei problemi è risolutiva, il Dottore affronta il round di casa determinato ad essere “competitivo già dal sabato mattina”, con l’obiettivo di “partire in prima fila”. A differenza di Le Mans che non è una delle sue piste preferite, al Mugello il Dottore è il pilota più vincente in assoluto. Sul circuito toscano il pesarese ha all’attivo nove vittorie nelle tre classi del mondiale, la prima in 125cc nel 1997, una nel 1999 in classe 250cc, e sette consecutive in MotoGp, dal 2002 al 2008. Fu il rivale australiano Casey Stoner, in sella alla Ducati, a rompere il suo dominio, nel 2009. In questa stagione, Rossi punterà a ritoccare il record davanti al Popolo giallo pronto a dargli quella ulteriore spinta e, come da tradizione, con in testa un nuovo casco speciale per il quale ha chiesto aiuto ai suoi fans.

Ducati per il riscatto tra problemi da risolvere…

Nel mondiale dei problemi e delle cadute, a pagare il prezzo più alto è il team Ducati che nei primi cinque Gp stagionali ha raccolto meno di quanto ci si sarebbe mai immaginato. Andrea Iannone ha chiuso solo tre gare, terzo ad Austin e settimo a Jerez, Dovizioso invece, a parte il secondo posto in Qatar, è stato bersagliato da una sfortuna, centrato dal compagno di squadra in Argentina, centrato da Pedrosa negli Usa, ritirato in Spagna per un problema tecnico e scivolato a Le Mans, tradito come la maggior parte dei piloti finiti a terra, dalla gomma anteriore. A separare i due alfieri della Rossa, solo due punti in classifica piloti, con Iannone decimo a 25 punti e Dovizioso undicesimo a 23 lunghezze. Ma se il Dovi accettava l’errore, dall’altra parte del box, Iannone parlava di una caduta “arrivata quando non stava forzando”, una scivolata cui neppure la telemetria sembra aver dato una risposta assodata. Quello su cui però i due piloti ufficiali concordano è la percezione falsata di quale sia il vero limite dell’anteriore Michelin “Credo che si debba cercare più fluiditàpuntualizzava Dovizioso nell’analizzare la situazione di un campionato condizionato dalla Michelin. Il Mugello potrebbe però offrire un’opportunità di riscatto per le Rosse di Borgo Panigale, alla luce anche della sessione di test privati che la factory bolognese ha svolto martedì prima del Gp di Francia. Un vantaggio che non è andato giù alle concorrenti ma che in una situazione così nera, può rappresentare un’opportunità sul circuito di casa. Al Mugello, nella passata stagione, Iannone ha conquistato la sua prima pole position in carriera, centrando un binomio italiano pilota e moto che era riuscito solo a Giacomo Agostini in sella alla MV Agusta. In gara Iannone aveva poi chiuso secondo al traguardo. Diversamente era andata per Dovizioso che nel 2015 fu costretto al ritiro per un problema meccanico. Per il forlivese, il miglior piazzamento in sella alla Ducati al Mugello risale al 2013, quando chiuse quinto alla bandiera a scacchi.

…e la rovente questione mercato

Oltre al fattore riscatto, sulle spalle dei due Andrea, peserà anche la questione mercato, su cui la Ducati dovrebbe sciogliere il riserbo solo dopo il round di casa. Tuttavia, la firma del contratto che legherà Maverick Vinales alla Yamaha fino al 2018, ha innescato la decisione di Dani Pedrosa che, sfumata la possibilità di salire in sella alla M1 lasciata libera da Lorenzo, ha scelto di restare per altri due anni in Honda. Ma non solo. In Ducati, i quasi 12 milioni di euro a stagione dell’ingaggio di Jorge Lorenzo, hanno portato la factory bolognese a rivedere al ribasso il rinnovo di Iannone e Dovizioso. L’offerta è stata presentata prima a Iannone, che ha rifiutato il milione e mezzo di euro messo sul tavolo dalla Ducati, a differenza di Dovizioso che avrebbe invece accettato di continuare per altre due stagioni con Ducati per 3 milioni di euro l’anno, declinando le proposte arrivate da Ktm ed Aprilia. Per Iannone, sembrerebbe più probabile l’approdo in Suzuki, al posto di Vinales, in coppia con Aleix Espargaro. Per l’abruzzese, nel team gestito dai fratelli Brivio, ci sarebbe un ruolo da prima guida e un progetto costruito intorno a lui, alla stregua di quanto accaduto nel caso di Lorenzo in Ducati.

Programmazione e orari MotoGP

Gran Premio d’Italia Tim, Autodromo del Mugello – Giovedì 19 maggio, ore 17:00 Conferenza stampa piloti. Venerdì 20 maggio, ore 09:55 Prove libere 1; ore 14:05 Prove libere 2. Sabato 21 maggio ore 09:55 Prove libere 3; ore 13:30 Prove libere 4/Qualifiche. Domenica 22 maggio, ore 9:40 Warm Up; ore 14:00 Gara*.

*Programmazione su Sky Sport MotoGP HD. Visibile in diretta su TV8, canale 8 del digitale terrestre. Sabato 21 maggio, ore 14:10 Qualifiche MotoGP. Domenica 22 maggio, ore 14:00 Gara. Lo streaming live del Gran Premio d’Italia Tim è un’esclusiva di Sky Online e SkyGo.

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