F1, bilancio estivo: salgono Mercedes e Williams, giù Red Bull
Pausa estiva, momento di bilanci di medio termine. Per valutare i “promossi e bocciati” del Mondiale abbiamo confrontato le classifiche costruttori dell'anno scorso e di quest'anno dopo il GP d'Ungheria. O meglio, le medie punti di ciascuna scuderia, considerato che rispetto al 2013 in questa stagione si è disputata una gara in più (11), il GP d'Austria, prima dell'intervallo estivo. Si vede subito che il progresso delle Mercedes fa saltare il banco quest'anno ma, come già sottolineato qui in precedenza, questo campionato nel complesso appare più equilibrato. Nel 2013, infatti, le prime 4 squadre dopo 10 gare (Mercedes, Red Bull, Ferrari e Lotus) hanno raccolto l'86% del totale dei punti, quest'anno “solo” l'80%.
Mercedes – E' la macchina migliore del 2014, e i 185 punti in più dell'anno scorso (393 contro 208), anche al netto del GP d'Austria, sono lì a dimostrarlo. Significativo il progresso di Rosberg, che in 11 gare ha messo in fila 4 vittorie e 5 secondi posti (nel 2013 ha vinto solo in Ungheria prima della sosta). Tuttavia, rispetto alla W04, la W05 è certamente meno affidabile. Tre i ritiri di quest'anno contro i due dell'anno scorso, collezionati da Rosberg in Australia e Cina. Senza contare la serie di problemi ai freni che hanno condizionato e non poco Hamilton a Hockenheim e all'Hungaroring. Solo la “guerra” interna tra i due piloti, iniziata con l'incidente (voluto?) in qualifica di Rosberg al Mirabeau Montecarlo, può danneggiare le Frecce d'Argento. Con o senza ordini di scuderia.
Red Bull – Da dominatrice a inseguitrice quasi rassegnata al secondo posto il passo è breve. Il fattore in negativo è inevitabilmente Vettel, passato dai quattro successi, con 7 podi totali, del 2013 ai due terzi posti di quest'anno. Se il divario rispetto all'anno scorso è rimasto contenuto a 58 punti, il merito è della rivelazione Ricciardo, unico non-Mercedes a vincere quest'anno. Dai tre arrivi in top-10, con un settimo posto come miglior piazzamento, dell'anno scorso ai due successi e ai cinque podi, sei sul campo, di questo straordinario 2014.
Ferrari – Il Cavallino ha salvato il terzo posto nel Mondiale costruttori più per le colpe delle Williams in Ungheria che per meriti propri. La F14T paga un evidente gap di potenza e di progettazione, anche se il primo rinnovamento deciso dal nuovo team principal Mattiacci è il cambio del motorista, con l'addio di Luca Marmorini. In una stagione più che opaca, segnata dalle impalpabili prestazioni di Raikkonen, Alonso fa di tutto e di più per allungare a 77 la serie di gare consecutive a punti delle Rosse e arriva alla pausa col secondo posto e la gara-show all'Hungaroring dove dieci anni fa ha vinto la sua prima gara in F1.
Williams – La rivelazione dell'anno. Il passaggio dai motori Renault alle power unit Mercedes ha fruttato alla scuderia di Sir Frank e della figlia Claire un incremento di 134 punti, ne aveva raccolto appena 1 alla pausa estiva del 2013. Che la FW36 fosse veloce si è capito da subito, dal Gp d'Australia, ma qualche strategia confusa e un po' di sfortuna hanno condizionato la prima parte di stagione. Ma gli ultimi tre podi consecutivi di Bottas, meritatamente quarto nel Mondiale con 88 punti, nettamente davanti a Massa, speronato al primo giro nelle ultime due gare. La pole del brasiliano allo Spielberg, la prima per il team di Grove dopo 134 gran premi, ha dato il segnale della svolta e lanciato l'inseguimento a Ferrari e Red Bull.
Force India – Resta la quinta forza del campionato, ma i 39 punti in più dell'anno scorso, 98 a 59, danno la misura della maturità e della competitività del team. La Force India ha certo beneficiato del ritorno di Nico Hulkenberg e celebrato con Perez in Bahrain il primo podio di squadra dal 2009. Da qui a fine stagione, l'obiettivo realistico sarà cercare di difendere il quinto posto dalla McLaren, distante ora un solo punto. La pausa coincide, però, con il momento più buio a livello societario. Il proprietario Vijay Mallya, deve rispondere in India del mancato pagamento delle tasse della sua compagnia aerea, la Kingfisher, che avrebbe coperto con i guadagni del suo principale impero economico, la United Spirits. Non se la passa meglio il socio Subrata Roy, fondatore del gruppo Sahara India Pariwar, in carcere a New Delhi per per non aver pagato rimborsi agli investitori per miliardi, per cui sta negoziando la vendita di parte delle sue proprietà, tra cui il Plaza Hotel di New York e la Grosvenor House di Londra.
McLaren – Difficile fare peggio del disastroso 2013. E infatti il team di Woking arriva alla sosta con 40 punti in più. Certo, dopo il secondo posto di Magnussen e il terzo di Button in Australia, certificati dopo la squalifica di Ricciardo, hanno generato intorno alla MP4-29 aspettative non del tutto soddisfatte dal sesto posto provvisorio. Tuttavia il ritorno dei motori Honda potrebbe restituire una McLaren in lotta per la vittoria dal 2015.
Toro Rosso – Bel lavoro per la scuderia di Faenza e il team principal Franz Tost. In sei gare su 11 la Toro Rosso ha portato almeno un pilota tra i primi 10, ed è arrivata alla pausa con 10 punti in più dell'anno scorso. Il debuttante Kvyat, il russo di Roma, è arrivato sempre al traguardo nei primi 5 GP salvo poi ritirarsi in 4 dei successivi sei. Aggiunti ai cinque ritiri di Vergne, a lungo sorprendentemente quanto meritatamente quarto all'Hungaroring, lasciano intuire quanto potenziale sia rimasto inespresso per l'inaffidabilità delle power unit Renault.
Lotus – In una parola disastro. I 183 punti di Raikkonen e Grosjean del 2013 sono un ricordo già sbiadito. Quest'anno il team di Enstone ha messo in fila sette ritiri e appena otto punti. E come se non bastasse il fallimento sportivo, i conti della Genii Capital, la società di investimenti lussemburghese che detiene la proprietà della squadra, fondata da Gerard Lopez e Eric Lux, avrebbe un debito totale di 158 milioni di euro, secondo quanto riporta il quotidiano lussemburghese Tageblatt che ha pubblicato gli ultimi dati disponibili, quelli della contabilità 2012.
Marussia – Il nono posto di Jules Bianchi a Montecarlo ha dato alla giovane scuderia di Banbury i primi punti della sua giovane storia. Nell'anno del GP a Sochi, guerra in Ucraina permettendo, il team ha perso ogni associazione sostanziale con la Russia: ad aprile infatti Nikolai Fomenko, proprietario di Marussia Motors, ha ceduto la proprietà, che ora appartiene a un'altra società, la Marussia Communications Limited.
Sauber e Caterham – A secco di punti quest'anno restano Sauber, che nel 2013 riuscì a recuperare nella seconda parte di stagione, e la Caterham, sprofondata in una crisi economica e in una serie di problemi tecnici infinita. All'inizio di luglio Tony Fernandes ha venduto il team a una cordata di investitori guidata da Colin Kolles. La capitolazione finanziaria ha portato anche al licenziamento di quaranta dipendenti, tra cui il team manager Graham Watson, il capo delle operazioni di pista Gerry Hughes e il vice direttore tecnico Jody Eggington, che hanno deciso di fare causa all’azienda perché non avrebbero ricevuto il pattuito stipendio di luglio né comunicazioni preventive del licenziamento. Cosa resterà, dunque, della dimenticabile esperienza Caterham? Solo uno dei musi anteriori più brutti nella storia della F1.