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F1, GP Gran Bretagna: tutta l’adrenalina nella storia a Silverstone

Qui è iniziato il Mondiale di F1, nel 1950. Nel 1951 la Ferrari ha conquistato con Gonzalez la prima vittoria della sua storia. L’indimenticabile duello del 1969 tra Rindt e Stewart, l’incidente del 1973 e la Mansell-mania.
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Iniziò tutto qui. Il Mondiale di Formula 1 è nato a Silverstone, il 13 maggio 1950. Davanti al re Giorgio VI e alla regina Elisabetta, che per l'unica volta nella storia assistono a una corsa automobilistica in Gran Bretagna, è un trionfo Alfa Romeo. Vince sulla sua 158 Giuseppe Farina, che morirà nel 1966 in un incidente al GP di Francia, davanti a Luigi Fagioli e Reg Parnell. In quella prima stagione, l'Alfa Romeo vincerà tutte le gare. Un dominio che sarà rotto un anno dopo dal “Toro delle Pampas”, José Froilán González: è la prima vittoria della Ferrari nella storia della F1.

La prima volta del Cavallino – González è arrivato in Europa un anno prima, sulle orme dell'amico Juan Manuel Fangio, che nei primi giri del GP, davanti a 50 mila spettatori, mantiene il comando con il suo connazionale, comunque, mai staccato di più di 15 secondi. “Prima della corsa” ha raccontato González nella sua autobiografia My Greatest Race, “avevo un'ansia incredibile. Son dovuto correre in bagno cinque minuti prima della partenza e ho parlato da solo per tutto il tempo”. Giro dopo giro, Gonzalez si avvicina a Fangio e lo supera. Il campione di Buenos Aires si ferma per un lungo pit stop alla 49ma tornata e 13 passaggi più in là viene richiamato Gonzalez che offre la sua macchina a Ascari, che si era dovuto ritirare per problemi al cambio. Ascari, per fortuna dell'argentino, rifiuta e Gonzalez trionfa davanti a Fangio e all'altra Ferrari di Luigi Villoresi. “Fangio mi ha abbracciato sul podio” ha scritto Gonzalez, “e questo ha significato molto per me. Poi hanno suonato l'inno argentino e non ce l'ho fatta, sono scoppiato a piangere. Quel momento vivrà con me per sempre”. Sessant'anni dopo, nel 2011, Alonso guiderà la 375 F1 di Gonzalez per quattro giri prima di conquistare la vittoria nel GP di Gran Bretagna.

La migliore edizione di sempre? – Il 19 luglio 1969, Silverstone si scalda per il duello epico tra la Matra-Ford di Sir Jackie Stewart e la Lotus 49 di Jochen Rindt, che parte in pole dopo che Stewart è uscito di pista in qualifica alla Woodcote, allora una curva a destra da prendere a 250 kmh. Si capisce subito che sarà una lotta a due. Alla fine del primo giro, Stewart e Rindt hanno 3 secondi di vantaggio sulla McLaren di Denny Hulme. Al terzo, il record della pista è già stato demolito. Rindt e Stewart vanno avanti a stampare un giro veloce dietro l'altro, e a sorpassarsi a vicenda anche più di una volta a giro: non sono mai separati da più di tre secondi. Al giro 57, Stewart firma il passaggio più veloce della corsa, 1'21”3: i primi 78 minuti volano. Il duello termina, con un finale purtroppo anticlimatico, quando Rindt è costretto a fermarsi ai box con l'alettone posteriore mezzo staccato. Rientra in pista dopo 34 secondi e consegna a Stewart la quinta vittoria stagionale, preludio al suo primo titolo mondiale.

1973: incidente storico – Durante il primo giro del GP di Inghilterra del 1973, Jody Scheckter sulla McLaren va in testa coda sul curvone che immette sul rettilineo del traguardo, picchia contro il muretto e torna in pista. La carambola che ne segue è drammatica, con 11 macchine coinvolte. Ne fa le spese Andrea De Adamich, che qui nel 1969 aveva battuto il record sul giro in F5000, alla prima gara con la nuova Brabham, l'avanzatissima Bt42 progettata da Gordon Murray. “Aziono lo switch- off per paura che fuoriesca un mare di benzina e la monoposto prenda fuoco, provo a liberarmi delle cinture, appoggio le mani fuori per sollevarmi, ma niente da fare. Sono incastrato, murato dentro ed è come se le mie gambe fossero immerse nel cemento. Riaffondo nell’abitacolo con una sensazione di amara sorpresa ed è lì che il dolore esplode” ha raccontato De Adamich, che si frattura entrambe le gambe e deve dire addio alla F1 ma non alle corse. I medici gli somministrano morfina e lo tirano fuori dall'abitacolo dopo 52 interminabili minuti. Torna subito in Italia sull'aereo privato di Bernie Ecclestone, e di quell'episodio ha solo un rimpianto. “Mentre ero in sedia a rotelle nella mia casa al mare di Levanto vennero a trovarmi Fittipaldi, Reutemann e Peterson, ma di Jody Scheckter, l’uomo che aveva innescato l’incidente, manco l’ombra. Fu semplicemente un maleducato: né una parola né un biglietto di auguri, dopo tutto quello che era successo”.

La prima della Williams – Le FW07 dominano le qualifiche, con Alan Jones in pole position ma al via è il suo compagno di squadra, Clay Regazzoni, a prendere il comando. Jones, però, torna ad attaccarlo e a passarlo alla Woodcote. Dopo i ritiri di Piquet e Scheckter, al 39mo giro Jones deve abdicare per un guasto al motore. Regazzoni torna in testa, come non succedeva dal GP di Long Beach del 1976, e vince, per la quinta e ultima volta nel Mondiale. Secondo arriva Rene Arnoux, al primo podio in F1, terzo Pierre Jarier che invece di podi non ne conquisterà più. È la prima vittoria della Williams in F1 e Regazzoni, per un accordo con lo sponsor arabo, la festeggia col succo d'arancia al posto dello champagne.

Il dribbling di Mansell – Le Williams dominano anche l'edizione 1987. Il 12 luglio Piquet e Mansell partono in prima fila e si liberano presto della McLaren di Prost. Al 36mo giro il ‘Leone' inglese si ferma per un cambio gomme. Con 28 tornate all'arrivo, è staccato di 29 secondi dal brasiliano. A 3 giri dalla fine, Mansell completa la rimonta con una manovra destinata a fare storia. “Imbocchiamo Hangar Straight, uscendo da Chapel. Quello è il momento giusto. Mi faccio sotto, spostandomi leggermente sulla destra. Non avevo intenzione di lanciare l'affondo, era solo una finta. Piquet si sposta a propria volta, e nel frattempo accenno a una manovra più vistosa sulla sinistra, senza perdere di vista le sue mani e la sua testa. Quando mi trovo a sinistra vedo che le sue mani e la testa puntavano nella stessa direzione. Era stato ingannato dalla seconda finta. Allora sterzo immediatamente a destra. Lui fa un disperato tentativo per bloccarmi la strada, ma ormai ero dentro e a Stowe lo passo. Attorno la folla era in pieno delirio e mi urlava tutto il suo incoraggiamento per i due giri finali” ha scritto nella sua autobiografia. Mansell perderà il Mondiale, ma si rifarà nel 1992 al volante della Williams con le sospensioni attive inventate da Adrian Newey, la macchina che Claire Williams considera la più bella opera d'arte che abbia mai visto.

Gli ultimi anni – Nel '95 la Williams di Damon Hill, che ha scelto la strategia delle due soste, si ritrova dopo il secondo pit stop dietro Michael Schumacher, che si è fermato una sola volta. L'inglese tampona il tedesco nel tentativo di passarlo: dell'incidente approfitta Johnny Herbert, compagno di squadra di Schumacher, che firma così la sua prima vittoria in F1. Tre anni dopo, Schumacher è ancora al centro dell'attenzione. Sotto il diluvio, Hakkinen ha costruito un vantaggio di oltre un minuto, vanificato però dall'ingresso della safety car. Il finlandese, alla ripresa, sbaglia e Schumi passa in testa. A due giri dalla fine, però, gli viene comminato uno stop and go per aver sorpassato in regime di safety car. Il tedesco entra in pit lane all'ultimo giro e passa la linea del traguardo prima di raggiungere il suo box. I commissari respingeranno il ricorso di Hakkinen e la vittoria, benché controversa, rimarrà. Un anno dopo, Schumacher si schianterà sulle gomme alla Stowe e si fratturerà la gamba. L'ultima follia sul circuito inglese risale al 2003, quando il prete Neil Horan invade la pista dopo la curva Chapel e attraversa il rettilineo Hangar correndo con un cartello che invita a leggere la Bibbia. La gara, dopo il duello ai limiti del regolamento tra Schumacher e il giovane Alonso, sarà poi vinta da Rubens Barrichello.

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